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Scoppio del Carro
Firenze (FI)

Domenica di Pasqua

La mattina di Pasqua, scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del Calcio Storico Fiorentino, il carro del fuoco pasquale, detto affettuosamente dai fiorentini "Brindellone", si muove dal piazzale del Prato trainato da due paia di candidi bovi infiorati ed arriva al solito posto, in piazza del Duomo, fra il Battistero e la Cattedrale.
Alle ore undici in Duomo al Canto del Gloria in excelsis Deo, viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va fino in piazza ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente disposti sul Brindellone.
Inizia con fragore lo scoppio assordante e, sia pure in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto. L’imponente mole dell’antico carro si avvolge puntualmente di nubi e scoppi come se l’aria stessa emettesse scintille sempre più luminose. Scintille che ad un tratto non parranno più piccole luci distinte ma una vera pioggia di viola, di rosa, di rosso, di verde, di bianco e di blu. Il profilo del Brindellone scompare del tutto in questo caleidoscopico gioco di colori che, pian piano, unitamente al fumo ed agli assordanti scoppi, si dissipa rendendo nuovamente visibili i marmi del Battistero, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del campanile di Giotto. A Firenze chiamano il brindellone il carro che, dopo essere stato portato in giro per la città accompagnato dai trombetti del comune, viene bruciato davanti al duomo durante la messa di Pasqua al momento del Gloria. Il carro ha l'aspetto di una piramide nera ornata di nastri, fronzoli e fiori, e nella sua configurazione attuale risale al 1764. Quando è trascinato da due paia di buoi bianchi ricoperti di fiori e ghirlande, pare ondeggiare goffamente in incerto equilibrio, e da questa sua andatura trarrebbe origine il nome. Si racconta che Pazzino de' Pazzi, rampollo della ricca famiglia di mercanti fiorentini, ebbe la ventura di partecipare alla prima Crociata e che proprio a lui toccò di salire per primo sulle mura di Gerusalemme nel 1099, ricevendo in premio da Goffredo per il suo coraggio l'arme dei Buglione e tre scaglie di selce tolte dal sepolcro di Cristo. Pazzino le portò a Firenze e le donò alla chiesa di Santa Maria Sopra Porta, da dove venivano prese ogni anno per far scaturire da esse con un acciarino il fuoco sacro la mattina del sabato santo. Una volta che il brindellone è giunto davanti alla porta principale del duomo, un filo viene teso dall'altare maggiore al carro e su di esso corre la colombina, un piccolo razzo infuocato che fa scoppiare i petardi del carro, sprigionando mille bandierine con i colori dei gonfaloni di Firenze, dei Pazzi, dell'arte della lana e dell'ONU.
Sulla cima, per ultima, si accende la girandola di fuochi artificiali e mortaretti tra un assordante scampanio. Se il movimento della colombina si svolge senza intoppi il raccolto sarà pingue, se invece essa s'incanta l'annata sarà magra e i granai rimarranno vuoti.
Secondo alcuni il carro rappresenta il sacro Sepolcro, mentre i fuochi simboleggiano la Resurrezione.



Monumenti: Basilica di Santa Maria del Fiore
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