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Casa Petrarca
Località Castello
Incisa in Val d'Arno (FI)
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Si tratta di una bella costruzione rustica, addossata ad altre case medievali in una località rimasta suggestivamente ferma nel tempo e dalla quale si gode una ariosa vista sul fiume Arno. La casa, sede di un piccolo museo e di una biblioteca fino alla seconda guerra mondiale, si trova adesso in condizioni degradate, nonostante l’impegno dell’Amministrazione Comunale per un suo degno restauro
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Casa Caruso
Via di Bellosguardo, 3 Lastra a Signa
Lastra a Signa (FI)
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Enrico Caruso (1873-1921) napoletano, uno dei più grandi tenori della nostra epoca. Si paga le lezioni di canto lavorando come meccanico; debutta nel 1894 e ottiene fama mondiale già nel 1898 con la sua interpretazione nella Fedora al Teatro Lirico di Milano. Cantò in Egitto, in Argentina ed in Russia, ma ebbe i suoi più grandi successi negli Stati Uniti.
Nel 1906 il tenore acquistò la grande villa cinquecentesca già appartenuta ai Pucci e nel 1912 cominciarono i lavori di restauro, che terminarono tre anni dopo. Notevole soprattutto la galleria, fatta costruire in quel periodo, galleria che unisce la villa vera e propria con l’adiacente fattoria. La villa è nota soprattutto per i suoi giardini, uno anteriore ed uno posteriore, ambedue degradanti ed ornati di vasche, fontane e statue
Orario sabato 14,30-19; domenica 9-12 14,30-19
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Casa Machiavelli
Località S. Andrea in Percussina
San Casciano in Val di Pesa (FI)
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La Casa di S. Andrea in Percussina, frazione di San Casciano, apparteneva insieme a diversi poderi alla famiglia dello Scrittore. Qui egli si rifugiò dopo essere stato esiliato da Firenze nel 1512, quando in città ritornarono i Medici. La fattoria, con l’annessa osteria dell’Albergaccio, è descritta in una delle sue più famose lettere, quella indirizzata all’amico Francesco Vettori e datata 10 dicembre 1513. Nella lettera viene descritta la sua giornata fra le occupazioni che gli derivano dalla conduzione delle sue proprietà e le serate trascorse all’osteria a giocare a tric-trac con l’oste ed un macellaio del luogo. Ma la notte egli si ritira nella sua biblioteca e trascorre le ore leggendo i classici, che gli hanno ispirato un libretto, scritto di getto in pochi mesi, ed intitolato De Principatibus: Il Principe, l’opera alla quale deve la sua fama.
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Informazioni: Visita su richiesta per i clienti della trattoria l’Albergaccio
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Museo Casa di Giotto
Località Vespignano
Vicchio (FI)
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Nella piccola cittadina di Vicchio la piazza centrale ed un monumento sono dedicati a Giotto, che secondo la tradizione sarebbe nato in una frazione vicina, Vespignano. Lì in vicinanza della chiesa si trova una costruzione ritenuta la casa natale dell’artista. La casa fu restaurata nel 1840, ma subì delle distruzioni sul finire dell’Ottocento e poi ancora durante il terremoto del 1919; è stata acquistata nel 1975 dal Comune ed adibita a Museo. In origine era probabilmente un’appendice di una più vasta casa padronale. Nei locali, recentemente restaurati, è allestita una mostra permanente su Giotto, curata dall’Università Internazionale dell’Arte. Vi sono raccolte le riproduzioni a colori delle opere dell’artista ed è in allestimento un audiovisivo didattico.
Orario Estate: martedì, giovedì 16.00-19.00; sabato, domenica 10.00-12.00, 16.00-19.00. Orario Inverno: martedì, giovedì 15.00-17.00; sabato, domenica 10.00-12.00, 15.00-18.00
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Informazioni: Biblioteca Comunale ( 055/844782 - 055/8448251
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Casa Cellini
Corso del Popolo, 54
Vicchio (FI)
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Benvenuto Cellini, scultore, orafo, scrittore (1500-1571) parla della casa e del podere acquistati in Vicchio nella sua Vita. Del suo soggiorno a Vicchio si narra che durante la sua permanenza nella località fu invitato a cena da Pier Maria d’Anterigoli, detto “Sbietta” e che in quell’occasione gli sia stato offerto del cibo avvelenato, per effetto del quale dovette curarsi per un anno intero. Oltre alla biografia del Cellini stesso, si hanno poche fonti sul suo soggiorno a Vicchio. La casa abitata da Benvenuto Cellini si trova all’interno della cerchia muraria eretta dai fiorentini nel 1324 per racchiudere il Castrum Vichii, è quindi presumibile credere che sia stata edificata nello stesso periodo.
La casa è aperta per mostre e manifestazioni
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Casa Natale di Leonardo
Loc. Anchiano
Vinci (FI)
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A 3 km. da Vinci (Loc. Anchiano) la Casa Natale di Leonardo rappresenta una naturale integrazione alla visita al Museo. La nascita di Leonardo (15 aprile 1452) in questa casa colonica situata in aperta campagna è attestata da un’antica tradizione, accolta anche dallo storico Emanuele Repetti. L’edificio è collocato nella cornice di un paesaggio ancora simile a quello che Leonardo ha contemplato fin dall’infanzia. Vi è ospitata una mostra didattica permanente con riproduzioni di disegni raffiguranti vedute della campagna toscana e di una mappa del Valdarno tracciata da Leonardo.
Orario estivo: 9.30-19 tutti i giorni.
Orario invernale: dal 1/11 al 28/02: 9.30-18 tutti i giorni.
Il 1° Gennaio e per Natale: 15-19.
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Biglietto: gratis Informazioni: Ufficio Turistico per informazioni e prenotazioni ( 0571-568012
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Valle dei Templi
Agrigento (AG)
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Tra i resti dell'antica Akragas troviamo il Tempio della Concordia, il Tempio di Giove Olimpico e i Templi di Giunone, di Ercole e di Castore e Polluce.
Orario dalle 9 fino a un'ora prima del tramonto
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Biglietto: 4 € Informazioni: ( 0922/497111
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Teatro di Eraclea Minoa
Area Archeologica di Eraclea Minoa
Cattolica Eraclea (AG)
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Il teatro è sistemato nella cavità di una collinetta sul promontorio di Capo Bianco. E' risalente alla fine del IV° secolo a.C., in parte scavato nella roccia di tufo, costruito con conci di marna molto friabile e di facile erosione. Presenta le caratteristiche geometriche e strutturali del IV° secolo a.C. con la sua cavea semicircolare rivolta verso il mare. Ha un diametro di 33 metri, è diviso i nove settori da otto scalette, per un numero di dieci ordini di sedili, preceduti dai seggi con spalliera e braccioli. Successivamente venne trasformato ed ingrandito.
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Ponte Acquedotto dei Salassi
Pondel
Aymavilles (AO)
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Largo 2,40 m, alto 4 m con una luce dell'arco di 15 m, è lungo 50 m e attravarsa un orrido con rocce vive a strapiombo profondo sessanta metri. E' il solo ponte di epoca preromana con il passaggio per i pedoni che abbia anche una parte sottostante totalmente chiusa in galletria, alta 3 metri circa. Secondo l'opinione più accreditata si tratterebbe di una delle pochissime strutture suprstiti di un grandioso impianto idraulico utilizzato per scopi minerari dagli antichi Salassi. Di questa colossale opera di canalizzazione, che a Montjovet doveva avere un ponte di legno di architettura stupefacente, parlerebbero addirittura Aristotele e Strabone. Quando i romani cominciarono le guerre alpine, occuparono il territorio dei Salassi, confiscarono le miniere e le affidarono in appalto ai pubblicani ma la manodopera era ancora fornita dai Salassi, che, scrive Plinio il Vecchio, "...avendo il possesso delle alte cime vendevano l'acqua". Ma nel 40 a.C. i Salassi si ribellarono e distrussero le opere di canalizzazione. Successivamente l'intero popolo venne distrutto e reso schiavo tranne qualche migliaio di superstiti che si rifugiarono sulle montagne; infine il vecchio campo militare fu trasformato nella città di Aosta.
La località prende il nome da questo ponte (Pont d'El cioè ponte dell'acqua) sul torrente Grand Eyvia.
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Scavi Archeologici di "Frascole"
Loc. Poggio di Frascole
Dicomano (FI)
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La località Poggio di Frascole rappresenta uno dei principali complessi archeologici del Mugello e della Val di Sieve, nonché l’unico dove l’indagine si sia potuta svolgere nell’arco di oltre un decennio con relativa continuità, accompagnata da un sistematico restauro delle strutture archeologiche, in vista di una fruizione pubblica. Tale opera di sistemazione è ormai quasi ultimata ed il complesso è già visitabile.
Il luogo era già noto archeologicamente dalla fine del secolo scorso per il ritrovamento di reperti sporadici ma altamente significativi, quali una serie di frammenti ceramici con iscrizioni etrusche. C’era inoltre notizia, dalle fonti letterarie e d’archivio, della passata esistenza nel sito di una chiesa dedicata a San Martino che risultava già presente nella seconda metà del XIII secolo e si sapeva intenzionalmente demolita nel 1465, per essere ricostruita più a valle, nella località propriamente detta Frascole, ove tuttora si trova: sulla esatta ubicazione di essa, però, non si aveva precisa indicazione, anche se pareva logico supporla sulla sommità del poggio.
I risultati di una accurata e capillare ricerca di superficie, condotta negli anni ’60 dal Gruppo Archeologico Dicomanese, portarono nel 1972 ai primi saggi esplorativi da parte della Soprintendenza Archeologica per la Toscana; a partire dal 1978, infine, campagne sistematiche di scavo e restauro si sono succedute a cadenza pressoché annuale, portando all’acquisizione di una chiesa medievale, a pianta rettangolare, di modeste dimensioni, fornita però di un piccolo ma dignitoso sagrato lastricato in pietra; di un’imponente struttura etrusca, a pianta rettangolare, costruita a secco con blocchi e lastre di arenaria locale
Orario giorni feriali su appuntamento C/o Sig. Bruni 055 8387404 - Festivi 9-12 16-19
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Informazioni: ( 055 8387404
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Scavi di Santa Reparata
Piazza Duomo (interno cattedrale)
Firenze (FI)
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I resti di Santa Reparata, l’antica cattedrale di Firenze che mantenne questo nome fino al 1412, anno in cui fu sostituito con quello di Santa Maria del Fiore, forniscono un rilevante contributo alla conoscenza dell’arte, della storia e della topografia cittadina. I resti più antichi sono ad una quota probabilmente di poco superiore al livello della città romana, ovvero alla stessa quota di base del Battistero.
la Domenica e nei seguenti giorni: 1° Gennaio, 6 Gennaio, da Giovedì Santo a Pasqua, 24 Giugno, 15 Agosto, 8 Settembre, 1° Novembre, 8 Dicembre, 25/26 Dicembre Orario 10-17.40
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Biglietto: 3,00 € Informazioni: ( 055 2302885
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Tombe Erusche "La Montagnola" e "La Mula"
Viale Fratelli Rosselli,95 e Via della Mula 2
Sesto Fiorentino (FI)
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La vicinanza di una città dell’importanza di Fiesole non mancò di influenzare le vicende del popolamento della zona di Sesto fin dall’epoca etrusca, come dimostrano notevoli ritrovamenti archeologici quali la tomba della Montagnola (scavata nel 1959) e l’altra sotto la villa la Mula – della quale costituisce la cantina - entrambe a "tholos" e riferibili al VII-VI secolo a.C. Tra gli altri ritrovamenti etruschi sono ancora da ricordare la tomba arcaica di Palastreto, distrutta dopo il suo ritrovamento nel 1901, la stele di Camporella, riferibile al VII-VI secolo a. C., la tomba a "tholos" rinvenuta alla metà del secolo scorso nel giardino della Villa Torrigiani ed anch’essa distrutta, il cippo funerario de Il Neto rinvenuto nel 1903 presso la Villa Gamba Ghiselli, riferibile al VI secolo a. C. ed ora al Museo Archeologico di Firenze.
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Informazioni: ( 055-4496334
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Janna 'e Pruna
Monte Senes
Irgoli (NU)
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Santuario di età nuragica dedicato al culto delle acque. Esso comprende due recinti sacri, un tempio ed altri edifici connessi alle attività del santuario. Un grande recinto rettangolare costruito con grossi massi granitici disposti a filari regolari delimita l'area destinata alla celebrazione dei riti e alla deposizione delle offerte. All'interno dello spazio sacro si trova un secondo recinto trapezoidale che racchiude un edificio dalle caratteristiche singolari: si tratta di un tempietto vero e proprio composto da un corpo principale circolare preceduto da un vestibolo.
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Informazioni: ( 0784/97200 - 0784/9074
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Teatro romano di Locri
Contrada Marasà
Locri (RC)
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Il teatro si trova sul dromo della città antica; la cavea è appoggiata su un pendio naturale della collina, con i gradini realizzati mediante il taglio della pietra tenera locale. Il complesso consta di sette settori divisi da scalette; ed in pianta l’edificio risulta più grande di un semicerchio. L’impianto greco su cui si imposta il rifacimento romano è del IV sec. a.C.; il primo rifacimento romano data alla metà del I sec. a.C., seguito da altri rimaneggiamenti non ben databili. Gli interventi romani sono ben visibili in alcune zone della gradinata e dell’orchestra (con la costruzione dei corridoi laterali).
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Informazioni: ( 0964/390023
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Tomba della Quadriga Infernale
Necropoli delle Pianacce
Sarteano (SI)
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E' scavata nel travertino ad una profondità di 5 metri, si accede mediante un corridoio di 20 metri. E' decorata da un ciclo pittorico con colori vivaci e accesi che risaltano sopra l'intonaco bianco. Un lato del corridoio di accesso è decorato con una quadriga (due leoni e due grifi), che traina un carro condotto da un demone dall'aspetto inquietante. La tomba ha restituito anche parte del suo corredo originario che indica la sua creazione negli ultimi decenni del IV sec. a.C. e la sua utilizzazione per tutta la prima metà del III sec. a.C.
Per motivi di conservazione attualmente la tomba non è aperta al pubblico
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Parco archeologico di Neapolis
Poco fuori dell'abitato.
Siracusa (SR)
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Tra i monumenti principali presenti ricordiamo l'Orecchio di Dioniso, l'anfiteatro romano, il tempio greco.
Chiuso il lunedì Orario dalle 9 fino a due ore prima del tramonto
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Biglietto: 2 € Informazioni: ( 0931/66206
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Parco archeologico di Selinunte
Marinella di Selinunte
Castelvetrano (TP)
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La più occidentale delle colonie greche della Sicilia, deriva il nome dal vocabolo selinon (prezzemolo), raggiunse il massimo dello splendore nel V secolo, sopravvisse fino al medioevo e se ne perse, poi, ogni traccia.
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Informazioni: Ufficio Informazioni ( 0924/46251
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Cisterna e muro meridionale della Basilica
Abside di Santa Maria Foris Portas
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Parco Archeologico di Castelseprio
Castelseprio (VA)
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Nel 1247 Ottone Visconti ordinò di demolire Castersaprio e da allora, per sette secoli, la boscaglia si impadronì delle rovine. Gli scavi iniziati negli anni cinquanta hanno finalmente riportato alla luce resti del castello e delle torri, parte della basilica di San Giovanni Evangelista, un piccolo battistero con due vasche battesimali, una chiesa dedicata a S. Paolo e i resti di un convento tardomedievale.
Il monumento più importante fra quelli emersi dagli scavi è senza dubbio la piccola chiesa di Santa Maria Foris Portas, posta a qualche centinaio di metri dal perimetro del castello: si tratta di un tipico edificio paleocristiano, con tre absidi disposte a trifoglio. Si ritiene che la chiesa risalga al VII e forse al VI secolo, sia per la forma della pianta che per gli affreschi che decorano l'interno.
Il parco archeologico si raggiunge da Castelseprio attraverso una strada asfaltata che giunge fino alla Casa dei Custodi ove vi è ampia possibilità di parcheggio.
Chiuso il Lunedì, il 1° Maggio e a Natale. Orario di Apertura:
Martedì-Sabato: 08.30-19.20
Domenica e festivi: 09.30-18.20
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Biglietto: Ingresso libero Informazioni: ( 0331/820438
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Rovine di Vulci
Canino (VT)
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Vulci, una delle più potenti città etrusche, fu distrutta dai Romani, ma le sue le fortificazioni, il tempio, l'emporium sono ancora visibili come testimoni della sua grandezza. La necropoli principale si estendeva lungo le rive del fiume Fiora. Per le visite rivolgersi al Museo ospitato nel Castello dell'Abbadia ricco di preziosi reperti archeologici molti dei quali provenienti proprio da Vulci.
Orario delle visite: ottobre-febbraio 9.00-14.00 14.30-16.00 marzo aprile 9.00-14.00 14.30-18.00 maggio-settembre 9.00-13.30 15.30-19.30
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* info@vulci.it : www.vulci.it
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Necropoli di Vulci
Montalto di Castro (VT)
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La necropoli orientale dista 2 km circa dagli scavi di Vulci. Dalla terrazza panoramica che domina la valle del Fiora è possibile scorgere i resti del settore orientale della città. Percorrendo un breve sentiero si raggiunge la tomba François, celebre per la sua architettura e per la ricca originaria decorazione pittorica della quale rimangono alcune tracce. Poco distante si trova la tomba delle iscrizioni al cui interno sono ancora visibili iscrizioni etrusche.
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* info@vulci.it : www.vulci.it
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Madonna Nera di Oropa
Oropa
Biella (BI)
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Famosa statua oggetto di culto e di venerazione specialmente da parte dei cristiani di origine africana, poiché agli inizi del '900 i missionari del Congo riuscirono ad acquistare fiducia da parte della popolazione distribuendo immagini della Madonna Nera. Si trova ad Oropa ai piedi del monte Mucrone e rappresenta la Madonna in grandezza naturale che regge il Bambino Gesù. E' di legno di cedro e la tradizione la dice scolpita da San Luca Evangelista e trasportata in Europa da Sant'Eusebio.
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Pasquino, la Statua Parlante
Piazza Pasquino
Roma (RM)
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Tronco mutilo di marmo situato nella piazza omonima, presso Piazza Navona, e diventato celebre per le satire che vi si affiggevano dette "pasquinate". Il nome deriva da un sarto gobbo, chiamato Mastro Pasquino, che aveva la misera bottega vicino all'angolo dove venne collocato il troncone scoperto nel XV secolo. L'arguto e mordace Mastro Pasquino, vedendo che molti sostavano a considerare il frammento scultorio, pensò di appendervi i commenti alla vita cittadina. La consuetudine attecchì e per secoli buontemponi e politicanti romani usarono affidare a Pasquino i propri fogli, onde la raccolta delle pasquinate costituisce la cronaca di secoli di vita dell'Urbe.
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Madama Lucrezia
Quartiere Pigna
Roma (RM)
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Colossale busto di marmo posto al lato sinistro della Basilica S.Marco davanti al quale in passato
si tenevano diverse manifestazioni popolaresche, come il "ballo de li poveretti" che si
svolgeva ogni primo di maggio, al quale prendevano parte popolane e giovanotti dei vari rioni
ma anche gobbi, storpi, vecchietti in vena di follie, con grande spasso dei romani.
In quell'occasione il simulacro di Madama Lucrezia veniva ornato di collane di cipolle, capi d'aglio e peperoncini.
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Fontana della Botte
Via della Cisterna · Via San Francesco a Ripa
Roma (RM)
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La fontanella, opera di Pietro Lombardi (1927), è costituita da una botte (il famoso "caratello", utilizzato per il trasporto del vino dai Castelli a Roma), dal cui foro centrale sgorga il primo getto d'acqua, affiancata da due caratteristici "litri", le caratteristiche misure di vetro, dal collo svasato, in uso nelle osterie di un tempo. Dai bolli delle misure zampilla l'acqua raccolta in due vaschette laterali. In basso un tino di legno raccoglie l'acqua dello zampillo centrale.
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Fontana del Facchino
Via Lata, angolo di Palazzo Simonetti
Roma (RM)
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Costruita nel 1581 è opera di Jacopino del Conte per incarico della Corporazione degli Acquaioli. Vi è scolpito un busto d'uomo col berretto, il volto sfigurato, con le maniche rimboccate e con un caratello fra le mani da cui versa acqua. Si crede che il busto marmoreo raffiguri il facchino Abbondio Rizio, amante del vino, secondo l'epigrafe dettata dall'abate Godard, scomparsa quando la fontana fu trasportata dal Corso in via Lata. Era scritta in latino e diceva: "Ad Abbondio Rizio, coronato (facchino) sul pubblico selciato, valentissimo nel legar fardelli. Portò quanto peso volle, visse quanto poté; però un giorno, mentre portava un barile di vino in spalla e dentro il corpo, contro sua voglia morì". La locuzione "in publicis stillicidiis coronato" (nominato facchino nelle pubbliche strade) si riferisce al fatto che, secondo un rito associativo, gli anziani usavano portare il nuovo iscritto alla Corporazione per le osterie e gli facevano battere le natiche sul selciato pubblico per significare che così prendeva possesso del suo ruolo. La fontana, cantata in versi dal Marino e da Giovanni Michele Silos, divenne famosa perché la si attribuì a Michelangelo. Il popolino, che ha un culto speciale per questa statua e vuole che riproduca in modo caricaturiale le sembianze di Martin Lutero, vi appendeva satire ed epigrammi, come al troncone di Pasquino.
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