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Arazzo in bisso



Pinna Nobilis, il mollusco da cui si ricava il bisso
Bisso
Zona Tipica: Isola di Sant'Antioco (CI)

Il bisso, detto anche "seta di mare", è un filamento che secernono alcuni molluschi, tra cui la Pinna Nobilis che popola i fondali dell'Isola di Sant'Antioco. La fibra, prodotta per poter aderire alle rocce circostanti, puó arrivare sino ad una lunghezza di 20 cm circa ed ha un colore bruno-verdognolo. Nell’antichitá era considerato molto prezioso e veniva usato per confezionare abiti reali.
La sua filatura e tessitura è un'arte che richiede maestria e pazienza: Chiara Vigo, unica in Europa, tinge il suo bisso con erba che raccoglie durante il periodo di luna nuova, che stende solo quando tira il libeccio e che tratta con il latte di capra. Lo fila solo con un fuso di canna e lo tesse su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all'infinito gesti di certosina precisione.



Merletto di Burano
Zona Tipica: Isola di Burano (VE)

Il merletto ad ago deriva dal ricamo. Il suo più immediato precedente è il reticello, ottenuto costruendo il decoro, punto dopo punto, su una griglia limitatissima di orditi e trame progressivamente sempre più sfilata, fino a lasciarvi soltanto le coordinate principali. Il merletto ad ago si ottiene con soli ago e filo, senza alcun supporto tessile, donde la denominazione di punto in aria. Il segreto sta nel procedere dai contorni principali - la cosiddetta orditura - che percorrono interamente il profilo del disegno su carta. Sorreggendosi all'orditura le merlettaie possono riempire con l'ago tutto il disegno, utilizzando punti differenti per formare il chiaroscuro. La scelta dei punti con i quali riempire il rilievo era lasciata, ancore nella produzione semindustriale della Scuola, al gusto personale delle merlettaie più abili. Quando la Scuola del merletto era attiva, un disegnatore professionista veniva pagato per i suoi disegni. Il disegno originale veniva riprodotto a ricalco in molti esemplari su carta bianca, in modo da poter essere distribuito a più operaie. Nella lavorazione ci si serve di un cuscino, simile al tombolo utilizzato nella tecnica a fuselli, su cui il murello, un cilindro di legno, tiene sollevato il disegno. Oggi si distinguono semplicemente due punti: il punto Venezia e il punto Burano, diversificati dallo sfondo. Nel primo lo sfondo è a sbari, ossia barrette, e nel secondo a rete.


Vetro di Murano
Zona Tipica: Isola di Murano (VE)

Il vetro è formato da una miscela di sabbia silicea, ossidi e carbonati. Ve ne sono di infiniti tipi in funzione del loro uso. La lavorazione manuale del vetro esige che questo abbia particolarissime caratteristiche. Murano, con i suoi mille anni di tradizione vetraria, ha portato ai massimi livelli le caratteristiche di quei vetri destinati alla lavorazione manuale, e questo in termini di lavorabilità, di qualità intrinseca, di stabilità e brillantezza dei colori, di purezza della struttura fisica e di trasparenza.


Benas
Zona Tipica: Sardegna

Nominata anche bena, hena, aena. Originariamente indicava una cannellina d'avena nella quale era stata escissa un'ancia e successivamente il complesso di diverse canne con bocchino.
In ogni parte della Sardegna veniva usato come materiale da costruzione qualsiasi tipo di canna comune, purchè matura e stagionata.
La bena semplice è costituita da una trumbitta che si incastra in un tubo risuonatore. La trumbitta è costituita da una cannellina sottile, dove viene escissa un'ancia battente rivolta all'ingiù. L'ancia viene scorticata e sgrossata sino a trovare la tonalità desiderata.
Il tubo risuonatore è un tubo di canna che presenta quattro fori: tre nella parte superiore e uno in quella inferiore. Quest'ultimo foro, che ha la funzione di registro, può essere scavato a seconda degli effetti desiderati, sia nel tubo della trumbitta che nel tubo risuonatore. Sui fori anteriori si sviluppa invece la melodia.
Molto spesso si trovano degli esemplari composti da tre tubi, l'uno incastrato nell'altro, il più grosso dei quali, ossia il terzo, presenta come quello centrale tre fori superiori che non vengomo mai chiusi ma servono per l'intonazione dello strumento in fase di costruzione.



Castagnette
Zona Tipica: Campania

Più piccole delle nacchere spagnole, in legno di ulivo e faggio.


Launeddas
Zona Tipica: Sardegna

Clarinetto policalamo tipico della Sardegna con due canne per la melodia ed una più lunga per il bordone. Le launessas sono costruite con canne palustri. Le canne vengono tagliate nel corso del plenilunio del mese di febbraio e vengono lasciate stagionare per almeno tre anni. Per suonare questo strumento si usa una tecnica particolare che si chiama fiato continuo. I segreti di costruzione sono custoditi gelosamente dai pochi costruttori ed anche i suonatori sono restii a divulgare l’arte di cui sono in possesso. Solo in età avanzata i maestri tramandano i loro segreti a qualche giovane allievo.





Marranzano
Zona Tipica: Sicilia

Strumento musicale idiofono, costituito da una lametta metallica fissata su un telaio in ferro dalla forma tipica che ricorda la figura posteriore di una donna. Il suonatore riesce, con maestria, a far vibrare la lametta modificandone i suoni con il movimento delle labbra, delle guance e della cavità orale.
Anticamente usato dai carrettieri, lo scacciapensieri siciliano accompagna sovente le melodie popolari.



Pipiolu
Zona Tipica: Sardegna

Viene chiamato in maniera diversa a seconda delle zone della Sardegna: pipiolu, pipaiolu, sulittu, piffaru, pipiriolu.
E' uno strumento a fiato conosciuto in tutta l'isola. E' l'antichissimo zuffolo del pastore, che troviamo nella mitologia di tutti i popoli. Non c'è stato pastore che non ne abbia costruito qualche esemplare con le proprie mani. Quasi tutti, bambini compresi, in passato erano esperti costruttori. Compagno fedele del pastore nelle ore di solitudine e di noia, veniva anche usato per accompagnare balli, processioni e canti. Oggi è scomparso quasi del tutto ovunque. Viene ancora usato quasi esclusivamente in alcune manifestazioni folkloristiche.
Anticamente, come testimonia un esemplare di pipiolu rintracciato in scavi archeologici e custodito nel museo archeologico di Cagliari, veniva ricavato da un semplice osso lungo di animale (per esempio dallo stinco di agnello) nel quale veniva scavato un foro rettangolare qualche centimetro sotto la testa dell'osso. In tutta la Sardegna il materiale da costruzione è la canna comune matura, stagionata e a volte affumicata.

La parte superiore del tubo di canna viene tagliata con un'angolazione di 20 gradi circa e turata con un pezzo di sughero compatto. Il sughero non deve sporgere dal tubo e superiormente viene tagliato in modo da lasciare uno spazio di alcuni millimetri che consente al soffio di penetrare all'interno del tubo.
A qualche centimetro di distanza dall'imboccatura, sulla facciata anteriore, si scava un grosso foro rettangolare. Sempre nella parte anteriore si scavano tre (o quattro) fori, e un quarto foro si scava posteriormente. Il diametro dei fori e le loro distanze sono relative alla lunghezza e al diametro della canna.



Tammuriello o Tamburello Napoletano
Zona Tipica: Campania

Piccolo tamburo munito di sonagli, che emette un tintinnìo se viene semplicemente agitato, o un suono frammisto se viene colpito con la mano. il diametro e l'altezza dell'asse sono minori rispetto alla tammorra; coi sonagli lavorati in ottone o lamierino per una sonorità più leggera, viene percosso con la mano aperta.





Zampogna
Zona Tipica: Italia Centro-Meridionale

Strumento musicale ad ancia, simile alla cornamusa, tipico dei pastori dell’Italia centro-meridionale, costituita da una sacca di pelle, con funzione di mantice, dove l’aria viene immessa mediante un’apposita canna, e in cui sono innestate una canna ad ancia, per eseguire la melodia e una o più altre con funzione di bordone.

La Ciaramedda (Sicilia) è una zampogna con due chanters (per la melodia) con foratura cilindrica e monta ance semplici. la sacca è quasi sempre in pelle di capra o pecora.

La Surdulina (Calabria) è una zampogna con due chanters di foratura cilindrica e ancia semplice. Ha da uno a tre bordoni sonori.

La Zampogna Molisana (Molise) ha due chanters a foratura conica e due bordoni di cui uno sonoro (entrambi sonori nelle zampogne lucane): chanters e bordoni hanno le ance doppie.
Centro rinomato di produzione è Scapoli (IS), che ama fregiarsi dell'appellativo di "Capitale della Zampogna".



Fisarmonica di Castelfidardo
Zona Tipica: Castelfidardo (AN)

La città di Castelfidardo è considerata centro mondiale delle fisarmoniche e degli altri strumenti ad ancia libera per l'estrema qualità e perfezione di suono degli strumenti usciti dai suoi laboratori.


Ocarina di Budrio
Zona Tipica: Budrio (BO)

Strumento musicale popolare a fiato, appartenente alla famiglia dei flauti, ed è appunto un flauto globulare di terracotta a forma ovoidale allungata, proprio come una piccola oca senza testa, con un'imboccatura a lato, e nel corpo praticati vari fori che, scoperti gradualmente mentre contemporaneamente si soffia nell'imboccatura, danno l'estensione fino all'undicesima. Oltre alla diatonica è possibile, mediante una digitazione composta, eseguire anche la scala cromatica. Il timbro varia con la dimensione, da molto squillante e penetrante nella più piccola, a più scuro e rotondo nella più grande.

: www.ocarina.it/indice.htm

Produttori & Artigiani: Fabio Menaglio
Ocarine di Budrio
Tamburello del Salento
Zona Tipica: Salento (LE, BR e TA)

Strumento musicale costituito da una membrana tesa su di un cerchio in legno che porta fissati dei piccoli sonagli.


Putipù
Zona Tipica: Provincia di Napoli

Il putipù - detto anche “caccavella” o “cupa-cupa”- è un tamburo a frizione, in quanto il suono viene ottenuto sfregando con una pezzuola imbevuta di acqua un’asta fissata al centro della membrana di pelle del tamburo (quest’ultimo, formato da un recipiente qualsiasi avente funzione di cassa armonica). Il suono cupo e grottesco, ha dato luogo alle varie sue denominazioni di chiaro significato onomatopeico. Il putipù ha funzione rituale e viene suonato in determinate occasioni “cerimoniali” del calendario agricolo invernale: Capodanno, Carnevale, settimana santa. In queste occasioni, presso le comunità agro - pastorali, gruppi di cantori e suonatori questuanti girano per le case del paese e nella campagna porgendo gli auguri e chiedendo in cambio dono alimentare.Questo strumento trova impiego anche nell’accompagnamento della “tarantella”,della “tammurriata”, del canto e nelle feste di Piedigrotta.


Scetavajasse
Zona Tipica: Provincia di Napoli

Strumento composto da due bastoni di legno: uno liscio, generalmente arrotondato, si impugna con la mano sinistra ad una estremità, poggiandone l’altra sulla spalla o sul petto; l’altro, dentellato (tipo onde marine più o meno accentuate o a denti di sega) su circa 2/3 della lunghezza, generalmente a forma squadrata, si impugna con la mano destra (come se fosse un archetto di violino) e si sfrega con forza sul primo. Il bastone dentellato ha dei piattini di latta fissati superiormente.

Usato da solo (nelle melodie di ispirazione marinara), si ottenevano, con lo scuotimento dei piattini, atmosfere suggestive evocanti le onde del mare.
Entrambi i bastoni sono ornati con vivaci nastrini colorati e, a volte, con lavori d’intarsio e piccole sculture.



Triccheballacche
Zona Tipica: Provincia di Napoli

Detto anche Tric–Ballac o Triccaballacca. Strumento a percussione e a scuotimento.
E’ formato da 3 barre di legno (tonde, squadrate, tornite o altrimenti lavorate), alla cui sommità sono applicati, trasversalmente, altrettanti cilindri di legno, formando così 3 martelli. Inferiormente, sono fissati, con chiodi o perni, all’interno di una base scanalata, mentre superiormente sono inseriti in una intelaiatura che ne limita le oscillazioni. Sul lato esterno dei martelli laterali (e a volte sulla testa del centrale), sono applicati dei piattini di latta.

Il Triccheballacche viene usato per scandire il ritmo e si suona facendo cozzare i martelli laterali, che sono mobili (impugnandoli al di sotto della testa), contro il centrale, che è fisso. Scuotendo lo strumento, in modo da far vibrare i soli piattini di latta, si ottiene una specie di fruscio (evocante il sussurrio del mare), sfruttato per creare atmosfere marine o comunque sentimentali. Viene spesso decorato con nastri colorati, fiocchi, lavori d’intarsio e piccole sculture. La sua altezza varia dai circa 30 centimetri dei più piccoli, ai quasi 2 metri dei più grandi, con l’immaginabile variazione d’altezza e d’intensità dei suoni producibili.



Carte da Gioco Piemontesi
Zona Tipica: Piemonte

Mazzo composto da 36, 40 o 52 carte in stile a semi francesi strettamente correlate alle carte di Genova, di cui ha simili dimensioni e figure ma con linea di divisione orizzontale. Tre dei quattro assi sono decorati da una ghirlanda disposta attorno al semplice simbolo del seme. Nella maggior parte delle edizioni l'asso di Cuori è l'unico privo di questa decorazione, essendo la carta che recava il bollo d'imposta; tuttavia in alcune edizioni recenti la ghirlanda compare su tutti e quattro gli assi. Quest'ultima può essere dello stesso colore del seme (due rosse e due nere), oppure nera su tutti e quattro gli assi.


Carte da Gioco Romagnole
Zona Tipica: Romagna

Mazzo composto da 40 carte in stile centro-meridionale a metà strada fra le Piacentine e le Napoletane, forse con origine comune, ma con illustrazioni meno rifinite ed il mazzo a figure a testa singola.
Gli assi rivelano una curiosa mescolanza di generi: quello di Denari è quasi una carta bianca, avvicinandosi di più agli stili del nord; l'asso di Coppe e quello di Spade si rifanno alle suddette Piacentine, mentre quello di Bastoni ricorda le carte Catalane usate in Spagna, mostrando un ruvido randello dal cui fusto sporgono dei rami.



Carte da Gioco Sarde
Zona Tipica: Sardegna

Mazzo composto da 40 carte in stile molto simile alla Baraja Española, lo stile nazionale spagnolo. Come quelle iberiche, le carte sarde hanno piccoli indici numerici negli angoli, compresi il 10 sul fante, l'11 sul cavallo e il 12 sul re. Inoltre l'asso di Denari mostra una grossa moneta gialla, come nell'asso spagnolo, del quale però non appaiono altri elementi decorativi.


Carte da Gioco Siciliane
Zona Tipica: Sicilia e Italia meridionale

Mazzo composto da 40 carte molto simili alle Napoletane; come per quest'ultime, lo stile nacque probabilmente nel XIX secolo (la foggia degli abiti e lo stile delle acconciature depongono per questa datazione), e molte delle carte hanno i simboli distribuiti in modo simile. Anche le dimensioni dei mazzi si assomigliano, più piccole della media. Le Siciliane, però, sembrano ancora più rustiche; hanno spesso delle piccole figurine decorative a riempimento degli spazi vuoti, mentre i simboli dei semi sono piuttosto semplici.


Carte da Gioco Toscane
Zona Tipica: Toscana

Mazzo composto da 40 carte a semi francesi e a figure singole in abiti rinascimentali policromi. Le carte Fiorentine, quasi identiche alle Toscane, differiscono da queste per le dimensioni e di conseguenza, essendo più grandi, per i disegni più accurati e maggiore definizione nei dettagli.
Le Toscane misurano 5.6 x 8.8 cm, le Fiorentine 6.7 x 10 cm.



Carte da Gioco Bergamasche
Zona Tipica: Bergamo (BG)

Mazzo composto da 40 carte in tipico stile italiano settentrionale, con un aspetto grafico piuttosto sobrio e figure a doppia testa, che conserva ancora alcuni particolari legati ai primi tarocchi lombardi. L'asso di Coppe, a forma di fontana sormontata da un cupido alato, è ispirato alle insegne della famiglia Sforza (seconda metà del XIV secolo), mentre le figure di Bastoni hanno in mano mazze dalla testa larga, che corrispondono a quelle del tarocco visconteo indicato come Cary-Yale, coevo.


Carte da Gioco Bresciane
Zona Tipica: Brescia (BS)

Mazzo composto da 52 carte in stile italiano settentrionale dalla caratteristica larghezza ridotta, ma di lunghezza normale. Simile al mazzo bergamasco ma i simboli dei semi sono un po' più elaborati, mentre le figure sono a testa singola, e appaiono più rustiche, quasi sproporzionate (grandi braccia, gambe corte, con volti non colorati).
Le Bresciane sono l'unico stile italiano a non esistere in una versione a 40 carte.



Carte da Gioco Salzburger
Zona Tipica: Provincia di Bolzano

Mazzo composto da 40 carte in stile germanico con i semi che raffigurano Cuori, Ghiande, Foglie e Campanelli, senza assi (i daus fanno le veci di questa carta nei mazzi regionali tedeschi), e una tipica carta Weli (jolly). Lo stesso nome del mazzo, dalla città austriaca di Salisburgo, dimostra che l'origine di questo stile è Austiaco, dove però sono chiamate Einfachdeutsch, per distinguerle dal Bayerisches Bild assai simile ma a figura doppia. Tutte le carte sono molto riccamente ornate, con colori brillanti e piccole vedute decorative e figurine in tutte le carte di ciascun seme. In origine il numero di carte era 36 (come nelle edizioni austriache), quindi ad ogni seme sono stati aggiunti anche i 5, i quali per decorazione hanno tutti un serpente multicolore.


Primiera Bolognese
Zona Tipica: Cento (FE)

Mazzo composto da 40 carte. Il nome gli deriva dalla Primiera, un gioco di presa di cui si fa menzione in documenti che risalgono al XVI secolo, e che a quei tempi era molto diffuso. Tale gioco è ora pressoché estinto, e l'uso delle carte con questo stile si è spostato geograficamente verso Cento. Lo stile è lo stesso delle carte dei semi del Tarocco Bolognese, dal quale è chiaramente derivato, ma in questo caso le 40 carte si adeguano al classico schema dei valori dall'1 al 7 più le tre figure usuali. Le dimensioni del mazzo sono piuttosto sottili, e le illustrazioni semplici ma eleganti, con colori decisamente intensi. Le figure sono a testa doppia, tutte le carte del mazzo hanno simboli disposti simmetricamente con la sola eccezione dell'asso di Denari, un semplice fregio nero che contorna lo spazio per il bollo d'imposta. L'asso di Spade ha una forma insolitamente ricurva, e termina con una testa d'aquile. Il seme di Bastoni ha le mazze unite fra di loro alle estremità.


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