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Il ladro Sacrilego
Il ladro Sacrilego
San Paolo - Appiano (BZ)

Un giorno un viandante giunse a San Paolo di Appiano. L'uomo vestiva poveramente e portava un sacco in ispalla. Sostò sulla piazzetta davanti alla chiesa, che già l'aria imbruniva.
D'intorno le voci, i rumori andavano lentamente smorzandosi; la sera riconduceva l'uomo e l'animale all'abituale, fida dimora.
Ma il viandante non aveva casa e triste scendeva la sera per lui.
Si sedette sui gradini della chiesa; più tardi avrebbe cercato un giaciglio per la notte. Aveva camminato tanto quel giorno, che i piedi gli dolevano, la gola gli bruciava per la polvere e la sete. Che giornataccia! Si alzò; la porta della chiesa non era ancora aperta, entrò.
L'ombra della sera si stendeva, impalpabile, sulle cose, si annidava più scura negli angoli, velava lieve i volti dei Santi e gli aerei voli degli angioletti, che sorridevano dalle pitture.
Alcuni ceri ardevano sull'altare dell'Addolorata, accendendo di preziosi riflessi gli ori che adornavano la venerata Immagine.
Il viandante affissò gli occhi a quel luccichio; il suo sguardo si fece avido, cattivo. Lo spirito del male tendeva attorno all'uomo la sua diabolica rete e una voce sempre più insistente lo tentava: «Quanto oro! E' tuo… se lo vuoi. Prendilo e fuggi, sarai ricco!». Lo sciagurato non seppe resistere. Si appestò all'altare, strappò quelle gioie che, un giorno, mani pie e devote avevano offerto alla Vergine con umile atto di umore e di gratitudine per una grazia implorata ed ottenuta.
Protetto dall'ombra incombente della sera, il ladro sacrilego fuggì con il bottino. Ma appena oltrepassate le ultime case del paese, le gambe non gli ubbidirono più, gli si fecero pesanti, rifiutandosi di portarlo oltre. Rimase così, come pietrificato, in mezzo alla strada.
Fu preso allora da un'angoscia indicibile; si sentì solo, tremendamente solo con il suo peccato. Il rimorso gli attanagliava l'anima, insistente, esasperante.
Pianse. Lente scorrevano le ore della notte. Nel cielo si accendevano e si spegnevano miriadi di stelle. Poi, verso oriente, il cielo si fece più chiaro; s'annunciava l'alba.
Un carro apparve in fondo alla strada. Così, tra il lusco e il brusco, il carrettiere vide profilarsi la sagoma scura e immobile dell'uomo. Arrivato a pochi passi, gli diede una voce: «Ehi, che fai costì in mezzo alla strada? Non vedi che ingombri il passaggio? Scostati!» L'uomo non si mosse, ne aprì bocca.
«Al diavolo - esclamò il carrettiere, buon uomo, ma di modi spicci - voglio vedere che succede qui».
Con un salto scese dal carro, gli si avvicinò, gli girò attorno, lo tastò, lo scosse: Caspiterina! Non era né una statua, né un fantasma, ma un uomo in carne ed ossa!
«Compare - lo apostrofò ridendo, il carrettiere - quando ti decidi a metter fine a codesto tuo scherzo?». Allora il ladro si decise a parlare e, con l'affanno alla gola, gli narrò la sua triste avventura.
«Ed ora non ci sarà più una via di salvezza per me» mormorò il ladro e c'era nelle sue parole un tale accento di pena e di disperazione da muovere pietà.
Il carrettiere ascoltò in silenzio la confessione del colpevole poi, per confortarlo, gli disse: «Non disperare, chiedi ancora perdono a Dio del tuo peccato e prometti con cuore sincero di restituire tutto il maltolto. Addio».
Raccolse le redini e si allontanò. L'uomo rimase di nuovo solo con se stesso e l'anima iniziò il muto colloquio con Dio.
D'un tratto, come per incanto si sentì sciolto dalle invisibili catene: era libero, libero!
Corse, non corse, volò alla chiesa. Entrò. Nessuno. Con passo rapido, l'uomo si appressò all'altare della Vergine: sostò, frugò nel sacco e, con mano tremante, depose ai piedi della sacra Immagine tutto l'oro rubato. Fu come se si fosse levato un peso dal cuore.
Inginocchiato, a capo chino, lo colsero i primi rintocchi dell'Ave Maria. L'uomo raccolse il sacco ormai vuoto, il bastone ed uscì sereno incontro al nuovo giorno. Che sia realmente avvenuto il fatto narrato dalla leggenda? Sembra che si, tant'è vero che, a ricordo dell'accaduto, gli abitanti di San Paolo eressero, sul posto stesso, una minusissima cappellina


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