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Messa del Tallero
Gemona (UD)
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Un corteo storico di dame e cavalieri al suono dei tamburi giunge presso la Loggia Comunale per la proclamazione da parte del Capitano del Popolo della consegna del Tallero. La rievocazione storica viene realizzata da figuranti in costume medioevale del Gruppo Storico della Pro Glemona accompagnati dal gruppo dei tamburi con i colori di Gemona e dai musici. Nel Duomo si svolge quindi la funzione religiosa, durante la quale la Comunità Civile, rappresentata dal Sindaco, offre alla Chiesa, nelle mani dell'Arciprete, un dono concreto rappresentato da un tallero d'argento, come segno di sottomissione del potere temporale a quello spirituale. Al termine della funzione religiosa il centro storico viene animato da intrattenimenti e vari spettacoli.
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Sagra dei Cuchi
Canove di Roana Roana (VI)
25 Aprile - San Marco
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Sull'Altopiano di Asiago il 25 aprile, giorno di San Marco, si usa regalare alla propria fidanzata non un fiore ma un cuco, un fischietto di terracotta. Si tratta di un'antica tradizione. Canove di Roana vive questa giornata in modo particolare, facendo suonare i cuchi e allargando la festa con un mercatino dove si vende di tutto, fischietti compresi.
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Pranzo del Purgatorio
Gradoli (VT)
Mercoledì delle Ceneri
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In questa cittadina della Tuscia affacciata sul lago di Bolsena, il mercoledì delle Ceneri si usa consumare un pranzo al quale prendono parte oltre un migliaio di persone, secondo un'usanza che risalirebbe al Cinquecento. Anticamente era un pranzo penitenziale, oggigiorno vi partecipano un po’ tutti e molti emigrati ritornano proprio per prendervi parte. Tutto comincia giovedì grasso, quando i membri della confraternita del Suffragio organizzano la "Festa degli Incappucciati" sfilando per le vie del paese e raccogliendo le offerte in natura, che poi saranno vendute all'asta. Il denaro ricavato servirà per acquistare le pietanze per il pranzo, naturalmente di magro, il menu comprende infatti brodo di tinca, baccalà arrosto, frittura di pesce e fagioli cannellini. I commensali sono tenuti a pagare un biglietto e a portarsi da casa le posate e il vino, che poi è consumato in comune. A ogni sorsata è uso gridare: "Evviva le anime santissime del purgatorio!" E si crede che, così facendo, ogni volta un'anima abbandoni le pene da cui è stata purgata per salire in paradiso. A metà del pranzo un tamburino entra nella sala e raccoglie in un piatto d'ottone le offerte che serviranno a mettere insieme i fondi per celebrare messe in suffragio dei defunti e per opere di carità.
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Festa di San Biagio
Serra San Bruno (VV)
3 Febbraio - San Biagio
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Ogni anno si ripete un antico rito prenuziale. Tutte le coppie di promessi sposi del paese partecipano ad una sorta di gioco. Il futuro marito compra una focaccia in panetteria e, dopo averla fatta benedire in chiesa, la porta alla sua promessa. La reazione della ragazza è fondamentale per la sorte del futuro sposalizio; infatti questa può accettare o meno il presente, oppure rompere in due la focaccia, tenerne un pezzo per sé e donarne uno al futuro sposo. Quest'ultimo caso è il più auspicato e preannuncia un matrimonio pieno di felicità per tutta la vita.
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Vecchia Girgenti
Agrigento (AG)
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Il gruppo si propone di diffondere la cultura Agrigentina; attraverso canti e balli tipici che traggono le loro radici fin dai tempi più antichi.
: digilander.iol.it/girgenti
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Associazione Corale "Gran Sasso"
Via del Cembalo di Colantoni, 23 L'Aquila (AQ)
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Corale nata nel settembre 1951 per iniziativa di Paolo Mantini che, sebbene diciottenne e in un periodo storico certamente difficile, ebbe il coraggio di dar voce all'entusiasmo di un gruppo di amici radunati intorno all'organo della Chiesa di San Silvestro. Nacque spontaneamente, così, sotto la denominazione di Coro "Gran Sasso", la prima formazione corale della città e tra le più antiche d'Abruzzo, costituita inizialmente da soli uomini per l'esecuzione del folklore abruzzese nello stile dei canti di montagna. Durante la sua storia la corale arricchì il proprio repertorio, spaziando dai canti popolari alla musica sinfonico-corale, dai canti natalizi alla musica sacra e profana fino al gospel e agli spirituals.
* coralegransasso@tin.it : www.coralegransasso.it
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I Gioppini di Bergamo
Via Pietro Spino, 102 Bergamo (BG)
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Banda folk gruppo folkloristico canto e danza, allegria e brani tradizionali. Sfilata e carretto, strumenti particolari di latta e legno, balli mimati, contadini, fisarmonica, tamburi, trombe.
* gruppogioppini@tin.it : www.giopimargi.com/gioppini.html
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Gruppo Sbandieratori 'Nzegna
Carovigno (BR)
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Gli Sbandieratori del Gruppo "Nzegna", sfilano ed eseguono le loro esibizioni accompagnati dal rullo dei tamburi e dal suono delle chiarine, indossano costumi storici di colore rosso e blu, i colori della Madonna di Belvedere, e sbandierano una bandiera multicolore. I disegni dividono la bandiera del Gruppo in due parti: nella prima riprende i colori e i motivi della tradizionale bandiera della "Nzegna", nella seconda è raffigurato lo stemma araldico di Carovigno.
: www.nzegna.it
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Gruppo Folclorico "Canterini di Serrastretta"
Via G. Mazzini Serrastretta (CZ)
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Canti e danze per far rivivere storie, tradizioni, costumi di un popolo
nelle luci e nei colori del folk
* gfcs@boot.it : www.boot.it/gfcs
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Le Fiamme di Caracosta
Cerreto Guidi (FI)
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Gruppo Storico Musici e Sbandieratori nato nel 1993 nell’ambito della Contrada Porta Caracosta di Cerreto Guidi. Organizzatori del II° Campionato Nazionale Storico Coreografico.
: www.caracosta.it
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Balestrieri Fiorentini
Via di Belvedere, 2 Firenze (FI)
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La Compagnia Balestrieri Fiorentini fa parte del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e partecipa alle sfilate per le vie cittadine in occasione dello Scoppio del Carro (nel giorno di Pasqua) e delle tre partite del Calcio Storico Fiorentino che si tengono nel mese di giugno per i festeggiamenti di San Giovanni Battista (24 giugno), patrono della città di Firenze.
L’attività principale della compagnia consiste nella pratica e nello studio del tiro con la balestra tradizionale, attività che implica oltre che periodiche sedute d’allenamento, anche una fase di ricerca storica, di ricostruzione e di sperimentazione.
La compagnia partecipa ed organizza competizioni di tiro con la balestra con altri gruppi storici, come ad esempio il Palio del Baluardo che si tiene a primavera.
Per gli allenamenti, la Compagnia dispone di un proprio campo di tiro situato nel Baluardo a San Giorgio posto in Via di Belvedere in prossimità della Porta San Giorgio.
* info@ibalestrieridifirenze.it : www.ibalestrieridifirenze.it
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Bandierai degli Uffizi
Firenze (FI)
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Il nostro gruppo ha un preciso riferimento analitico della storia della città, rappresentando le principali Magistrature e gli Uffici esistenti nella Repubblica Fiorentina del XVI° secolo; attualmente aderisce al Calcio Storico Fiorentino, il gioco tradizionale della città che ha dato i natali al calcio moderno.
Unici a rappresentare Firenze per il preciso significato storico dei costumi e delle insegne, nel ricco curriculum della nostra antica esistenza vantiamo presenze a molte importantissime manifestazioni sia sportive che storico-rievocative.
Conosciuti in tutta Italia, in Europa ed anche oltre oceano, ovunque abbiamo raccolto consensi per l’originalità e spettacolarità delle nostre esibizioni; a questa presenza sia scenografica che atletica, si sono poi aggiunte motivazioni di natura culturale perché, a differenza degli altri gruppi di sbandieratori italiani più o meno famosi e presenti in ambiti internazionali, noi rappresentiamo le origini stesse del calcio, sport tra i più praticati e diffusi in tutti e cinque i continenti.
* bandierai@bandieraidegliuffizi.it : www.bandieraidegliuffizi.it
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Aria di Casa Nostra
Alatri (FR)
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Gruppo folclorico fondato nel 1950 per mantenere vivo e diffondere lo schietto e genuino folclore ciociaro. Premio Europa Folk 1976 - Esegue il repertorio classico tradizionale della Ciociaria.
: www.ariadicasanostra.it
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Coro Monte Bianco
Via P. N. Cambiaso, 10 Genova (GE)
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Il Coro nacque a Genova il 15 Ottobre 1957 per merito del maestro fondatore Silvano Pittaluga. Propone i canti tradizionale delle regioni italiane eseguiti in stile alpino: 4 voci pari virili "a cappella". Il repertorio è composto dai canti degli alpini, di montagna, del mare, natalizi e religiosi.
* sede@coromontebianco.it : www.coromontebianco.it
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Bandierai del Ducato di Traetto
Via Principe di Piemonte, 1 Minturno (LT)
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Con la propria attività il gruppo "Bandierai del Ducato di Traetto" si propone la finalità di rievocare in modo suggestivo ed allegorico la lontana ed, al contempo, intrigante epoca medievale. Attraverso una sequenza di volteggi e scambi ad una o più bandiere in sincronia con il rullo dei tamburi e lo squillo delle chiarine, ciascun figurante esibisce con elegante incedere ed onore lo stemma della propria famiglia nel rispetto di un'antica consuetudine della vita cavalleresca e dei tornei di corte.
L'intera rappresentazione dal corteo d'ingresso con saluto e sfida, alla vittoria culminante con il lancio dei vessilli, è il frutto di lunghi allenamenti all'aperto, sia individuali che di gruppo, ed è una dimostrazione di forza ed abilità fisica oltre che di velocità e precisione nelle movenze cadenzate. Requisiti, questi ultimi, di rilevante importanza per i bandierai che rappresentano i diretti eredi dei nobili alfieri quattrocenteschi. Una vivace miscellanea di coreografie e l'impegno investito nella preparazione atletica fanno sì che i giovani "Bandierai del Ducato di Traetto" riscuotano ampio consenso di pubblico sia in Italia che all'estero.
* info@bandieraiducatotraetto.net : www.bandieraiducatotraetto.net
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Sbandieratori "Ducato Caetani"
Sermoneta (LT)
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La storia della famiglia Caetani, la Fortezza di Sermoneta, la città fantasma di Ninfa danno la sintesi dell'atmosfera che gli Sbandieratori Ducato Caetani portano in un luogo di festa.
* a.derme@sbandieratori.net : www.sbandieratori.net
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Gruppo Folkloristico "MANGHÎN e MANGHINA"
Via Matteotti, 14 Galliate (NO)
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Sorto nel 1971 ad opera di appassionati al folklore ed alle tradizioni popolari, ha iniziato la propria attività ricercando usi e costumi dell'epoca settecentesca per riproporli e mantenere così viva una tradizione, altrimenti destinata a scomparire. Il Gruppo prende nome da due tipici personaggi galliatesi, ed indossa il costume anticamente usato nei giorni di festa dagli abitanti di Galliate, terra antichissima che nel nome denuncia la sua origine celtica. Manghîn e Manghina (il corrispondente italiano di Domenico e Domenica) rappresentano due contadini che, pur nella loro scarsa cultura, trapelano arguzia e scaltrezza, doti della buona gente di un tempo in cui tutto era genuino.
* info@manghinemanghina.it : www.manghinemanghina.it
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Festa della "Venuta"
Loreto (AN)
9 dicembre
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Narra una graziosa leggenda che a Loreto si trova la casa della Madonna, portata in volo dagli angeli dalla Palestina dopo un lungo peregrinare. La traslazione sarebbe avvenuta nel XIII secolo, quando Nazareth era in mano agli arabi, e dunque per sottrarla a mani sacrileghe la casetta di pietra arenaria sarebbe stata trasportata in un luogo più sicuro. Dopo una sosta in dalmazia, venne posata in un bosco di lauri collocato nei pressi di Recanati e appartenente a una nobildonna il cui nome era Lorena (e da qui sembra derivi il nome poi dato alla Madonna di Loreto). Una successiva tappa fu la sommità di un monte i cui proprietari (due fratelli) si misero a litigare fra di loro per appropiarsene. Infine fu trovata la sistemazione attuale. In onore di questa Madonna si svolgono due feste popolari, una in settembre alla vigilia della Natività di Maria e una in dicembre, nella ricorrenza dell'arrivo della sacra abitazione. Intorno a Loreto si accendono numerosi falò, detti focaracci, la cui funzione sarebbe di segnalare agli angeli il giusto percorso. Nella basilica, la sera della vigilia si celebrano solenni funzioni dette della "notte santa" durante le quali si cantano appositi inni, cui segue una processione notturna in cui la statua della Vergine viene portata a spalla dagli aviatori (di cui la Madonna è la protettrice, proprio a causa di quel volo). Gruppi di persone sostano intorno ai falò in attesa dell'ora (circa le tre di notte) in cui sarebbe giunta la casa mangiando fave e bevendo vino. Era usanza fino a pochi anni fa che i fedeli, dopo aver baciato le sacre immagini, si facessero fare un tatuaggio (nascostamente, perché l'uso era avversato dai vertici ecclesiastici) sulla mano in ricordo del pellegrinaggio effettuato.
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Pellegrinaggio a San Besso
Cogne (AO)
Secondo fine settimana di agosto
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La processione ricorda l'opera di evangelizzazione di San Besso, milite della legione Tebea formata da soldati cristiani. Intorno al 286 l'imperatore Massimiliano ordinò di trucidare i soldati che si rifiutassero di compiere sacrifici a Giove, così tutta la legione fu annientata. Besso, uno dei sopravvissuti, portò il cristianesimo in Val Soana e qundi fu martirizzato.
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Processione dei Serpari
Cocullo (AQ)
Primo giovedì di maggio
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La festa ha origini pagane ed era anticamente dedicata alla dea Angizia (il cui nome deriverebbe dal latino anguis, cioè serpente). Si narra che essa avesse dimorato in una grotta nei pressi del lago Fucino, dove praticava la magia e la medicina. Intorno all'anno mille alla figura della dea, si sovrappose quella di san Domenico abate. Dalle prime ore del mattino affluiscono nella piazza del paese giovani che reggono in mano grossi serpenti e li mostrano all'ammirazione dei presenti. La loro cattura è frutto di una tecnica tramandata di padre in figlio e viene eseguita per tempo, approfittando del fatto che con l'inizio della primavera le serpi, da poco risvegliate dal loro letargo, ancora intorpidite, cominciano a uscire sulle pietraie. Si usano vari sistemi: o calpestandone fulmineamente il capo per poi afferrarle con il pollice e l'indice o, di fronte a quelle più pericolose (e i serpari sono espertissimi nel riconoscerle), dando loro da mordere un cappellaccio di feltro che, ritirato bruscamente, strappa loro il dente che emette il veleno. I rettili sono poi posti in recipienti di coccio o di pelle di capra pieni di terra e conservati fino al giorno della festa. Verso le undici del mattino avvengono l'uscita della processione e la vestizione di san Domenico, sulla cui statua sono poste le bice che, strisciando, si attorcigliano sulla testa e sulle vesti del santo. Mentre gruppi di zampognari si pongono alla testa del corteo, i devoti raccolgono dalla terra dal santuario (un tempo era la raschiatura del pavimento), ritenuta efficace a scacciare i bruchi e gli insetti nocivi all'agricoltura, mentre altri si alternano a suonare la campanella posta nei pressi dell'altare tirandone la fune con la bocca, nella speranza così di proteggersi dal mal di denti. Vi è poi chi si appresta a baciare la teca contenente un dente di san Domenico posto all'interno del ferro della sua stessa mula. Anche in questo caso il rituale è ritenuto avere virtù taumaturgiche sia nei confronti degli uomini, sia degli animali. La popolazione nel frattempo intona canti in lode del santo montanaro che sapeva ammansire i lupi e vincere il morso dei serpenti. Le ragazze seguono la processione portando sul capo delle ceste guarnite di belle trine e contenenti i pani benedetti e le insegne sacre. Alcuni portano attorcigliati intorno al collo bisce e serpenti e li offrono a chi voglia provare il brivido di toccarli in mano. Al termine della festa saranno liberati fra le campagne circostanti.
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Presepe vivente
Rivisondoli (AQ)
5-6 gennaio
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L'idea di realizzare questo presepe si è concretata al termine del secondo conflitto mondiale per il desiderio di ricordare le vittime dell'eccidio di Pietransieri. Fu proprio una delle sopravvissute alla strage operata dai nazisti a impersonare la prima Madonna che nella grotta vegliava il piccolo Gesù. Oggi la parte del bambinello è affidata all'ultimo nato del paese, mentre il ruolo di Maria è interpretato da una ragazza scelta con un apposito concorso. Le favorevoli circostanze ambientali, spesso adeguatamente innevate, forniscono un suggestivo sfondo dove paesani e turisti si prestano a interpretare i ruoli di pastori e contadini, Angeli, Magi e artigiani. Il centro storico del paese assume l'aspetto di un antico quartiere di betlemme, cui si affianca un accampamento di soldati romani. La capanna è sistemata sul fianco di un colle. Il risultato è imponente, ricco di luci e suoni, in un'atmosfera di sereno raccoglimento che suscita sincera e partecipe commozione. Una pioggia di stelle fatta di fuochi artificiali cade dal cielo, dappertutto compaiono fiammelle e lumini, mentre un festoso scampanio annuncia la nascita del Redentore.
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La Madonna che Scappa in Piazza
Sulmona (AQ)
Domenica di Pasqua
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Si tratta di una rappresentazione di grande intensità oggi interpretata da statue. Anticamente era recitata da personaggi viventi. Il Cristo risorto attende sotto l'acquedotto medievale; l'apostolo Giovanni va ad annunciare la resurrezione alla Vergine. Infine la Madonna raggiunge il Figlio accompagnata da una marcia trionfale.
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Il Volo dell'Angelo
Gesualdo (AV)
Ultima domenica di agosto
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Rappresentazione dell'eterna lotta fra il bene e il male; due bambini interpretano un angelo e il diavolo
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Festa del Carro
Mirabella Eclano (AV)
Terzo sabato di Settembre
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Rito che prende origine da un antico culto agrario, nel corso del quale si offriva del frumento a una divinità della vegetazione. Oggi lo si offre alla Madonna Addolorata, impersonata da una statua che si erge su un carro agricolo trainato da quattro pariglie di buoi e sormontato da un alto obelisco ligneo, a guisa di campanile. L'intera architettura, alta 25 metri e formata da ben duemila pezzi, è rivestita di steli di grano ed è suddivisa in sette piani (detti "registri") decorati da capitelli, archi arabeschi, statuine e putti tutti realizzati con fili di paglia intrecciata. A causa della sua estrema instabilità, essa è sostenuta da un sistema di funi maneggiate da quattro squadre di portatori. Se il tutto dovesse cadere sarebbe un sicuro presagio di sventura. Il carro, dopo essere stato benedetto, viene guidato su un percorso assai accidentato, costituito anche da un terreno appena mietuto. Il percorso di circa tre chilometri è effettuato in oltre cinque ore piene di tensione e sforzi sovrumani per assicurare il bilanciamento.
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Festa di San Nicola
Bari (BA)
7-8 maggio
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Nel lontano 1087 ad alcuni marinai baresi riuscì la rocambolesca impresa di trafugare da Myra, in Asia Minore, le ossa di san Nicola, da sempre venerato per la protezione che forniva ai naviganti. Quel lontano avvenimento viene ogni anno ricostruito con un corteo storico che attraversa le vie della città, muovendo dal borgo antico dove ha sede la basilica dedicata al santo. Alla manifestazione prendono parte circa cinquecento figuranti in costume, mentre la città è invasa da pellegrini con il tradizionale bordone coronato da un ciuffo di erbe e da pigne su cui è legata l'immagine del santo. Nella mattinata un gruppo di cavalieri attraversa la città per annunciare l'imminente sbarco delle sante ossa. Nel tardo pomeriggio poi, con la sola illuminazione fornita da fiaccole e falò, una lunga teoria di figuranti in costumi medievali accompagna la "caravella" (divenuta simbolo di Bari) spinta da marinai con in testa il Basileus, che nove secoli fa era il capo della città. Sul castello di poppa dell'imbarcazione è collocata l'immagine di san Nicola contornata da stupendi flabelli, pale illustranti scene della sua vita e una croce d'oro di stile bizantino incrostata di pietre preziose. Tra gli spari dei mortaretti una voce racconta la vita del santo mentre la caravella è trainata a forza di braccia. La messa in scena dura fino oltre la mezzanotte e si conclude dinnanzi alla basilica, i cui battenti vengono spalancati all'arrivo della caravella. Il giorno seguente l'immagine del santo viene posta su un peschereccio e portata al largo; un tale privilegio è pagato dal proprietario del naviglio con una congrua offerta che, assieme ad altre, servirà a fornire la dote a fanciulle povere della città. Ciò in ricordo di un miracolo del santo che procurò i denari per la dote di tre misere fanciulle che si erano rivolte a lui per ottenerla.
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