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Infiorata del Corpus Domini
Genzano (RM)
Corpus Domini
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La festa si ammanta di tutti i più lieti colori della primavera: la popolazione raccoglie migliaia di fiori e li offre alla Vergine in obbedienza a una tradizione che risale al 1778. Una intera strada, la storica via Livia (oggi via Belardi), che dalla piazza principale sale in dolce pendio fino all'alta facciata di Santa Maria della Cima, è tappezzata con petali di fiori disposti ordinatamente in undici grandi riquadri separati da ampie fasce ornamentali. Ogni quadro è allestito da un gruppo di persone, donne, uomini e bambini e ciascuna squadra è guidata da un capo con molta autorevolezza. Prima si disegna sul selciato, con gessetti colorati, un abbozzo della scena che si vuole rappresentare, a soggetto religioso o decorativo. Compaiono stemmi, figure umane, arabeschi e raffigurazioni di quadri famosi del Beato Angelico o del Correggio. Altri intanto selezionano i petali dei fiori secondo i colori e li conservano al fresco in grotte scavate nel tufo. Talvolta i petali sono triturati per ottenere sfumature di colore, dopodichè con solerzia, perché la delicata materia non si sciupi, si riempiono i contorni dei disegni partendo dal centro e poi via via verso i lati. Quando il lavoro è completo tutto risplende in una fantastica policronia ed è offerto all'ammirazione di turisti e paesani. Al tramonto la processione scende lungo la via fiorita. Al termine della festa bande di ragazzi, partendo dalla sommità, scendono a precipizio lungo la via e tutto viene distrutto rapidamente in un'orgia di colori, sollevati dal vento e lanciati in aria dagli scatenati monelli.
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Pranzo del Purgatorio
Gradoli (VT)
Mercoledì delle Ceneri
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In questa cittadina della Tuscia affacciata sul lago di Bolsena, il mercoledì delle Ceneri si usa consumare un pranzo al quale prendono parte oltre un migliaio di persone, secondo un'usanza che risalirebbe al Cinquecento. Anticamente era un pranzo penitenziale, oggigiorno vi partecipano un po’ tutti e molti emigrati ritornano proprio per prendervi parte. Tutto comincia giovedì grasso, quando i membri della confraternita del Suffragio organizzano la "Festa degli Incappucciati" sfilando per le vie del paese e raccogliendo le offerte in natura, che poi saranno vendute all'asta. Il denaro ricavato servirà per acquistare le pietanze per il pranzo, naturalmente di magro, il menu comprende infatti brodo di tinca, baccalà arrosto, frittura di pesce e fagioli cannellini. I commensali sono tenuti a pagare un biglietto e a portarsi da casa le posate e il vino, che poi è consumato in comune. A ogni sorsata è uso gridare: "Evviva le anime santissime del purgatorio!" E si crede che, così facendo, ogni volta un'anima abbandoni le pene da cui è stata purgata per salire in paradiso. A metà del pranzo un tamburino entra nella sala e raccoglie in un piatto d'ottone le offerte che serviranno a mettere insieme i fondi per celebrare messe in suffragio dei defunti e per opere di carità.
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