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DATI TERRITORIO
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COCULLO
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AQ
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Regione: Abruzzo
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Provincia: L'Aquila
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Popolazione: 317
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Altitudine: 897 metri slm
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Zona Climatica: E
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Latitudine: 42° 01' 46" N
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Longitudine: 13° 46' 34" E
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SAGRE & TRADIZIONI
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COCULLO
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AQ
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Processione dei Serpari
Cocullo (AQ)
Primo giovedì di maggio
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La festa ha origini pagane ed era anticamente dedicata alla dea Angizia (il cui nome deriverebbe dal latino anguis, cioè serpente). Si narra che essa avesse dimorato in una grotta nei pressi del lago Fucino, dove praticava la magia e la medicina. Intorno all'anno mille alla figura della dea, si sovrappose quella di san Domenico abate. Dalle prime ore del mattino affluiscono nella piazza del paese giovani che reggono in mano grossi serpenti e li mostrano all'ammirazione dei presenti. La loro cattura è frutto di una tecnica tramandata di padre in figlio e viene eseguita per tempo, approfittando del fatto che con l'inizio della primavera le serpi, da poco risvegliate dal loro letargo, ancora intorpidite, cominciano a uscire sulle pietraie. Si usano vari sistemi: o calpestandone fulmineamente il capo per poi afferrarle con il pollice e l'indice o, di fronte a quelle più pericolose (e i serpari sono espertissimi nel riconoscerle), dando loro da mordere un cappellaccio di feltro che, ritirato bruscamente, strappa loro il dente che emette il veleno. I rettili sono poi posti in recipienti di coccio o di pelle di capra pieni di terra e conservati fino al giorno della festa. Verso le undici del mattino avvengono l'uscita della processione e la vestizione di san Domenico, sulla cui statua sono poste le bice che, strisciando, si attorcigliano sulla testa e sulle vesti del santo. Mentre gruppi di zampognari si pongono alla testa del corteo, i devoti raccolgono dalla terra dal santuario (un tempo era la raschiatura del pavimento), ritenuta efficace a scacciare i bruchi e gli insetti nocivi all'agricoltura, mentre altri si alternano a suonare la campanella posta nei pressi dell'altare tirandone la fune con la bocca, nella speranza così di proteggersi dal mal di denti. Vi è poi chi si appresta a baciare la teca contenente un dente di san Domenico posto all'interno del ferro della sua stessa mula. Anche in questo caso il rituale è ritenuto avere virtù taumaturgiche sia nei confronti degli uomini, sia degli animali. La popolazione nel frattempo intona canti in lode del santo montanaro che sapeva ammansire i lupi e vincere il morso dei serpenti. Le ragazze seguono la processione portando sul capo delle ceste guarnite di belle trine e contenenti i pani benedetti e le insegne sacre. Alcuni portano attorcigliati intorno al collo bisce e serpenti e li offrono a chi voglia provare il brivido di toccarli in mano. Al termine della festa saranno liberati fra le campagne circostanti.
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