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La cavalcata delle streghe
La cavalcata delle streghe
Merano e Marlengo (BZ)

Peter era un uomo ben piantato, forte e vigoroso e, in quanto a coraggio, amici e conoscenti dicevano ne avesse da vendere. Egli faceva il «saltaro».
Era il «saltaro», fino a non molti anni fa, una delle figure più caratteristiche delle nostre campagne. Aveva mansioni di guardia campestre e, nella stagione delle frutta, doveva tener lontani, da vigneti e frutteti, i soliti ladri e ladruncoli.
Peter, il «saltaro», era zelante ed infaticabile; egli era assai noto in quel di Merano, dove, per le sue doti, tutti lo stimavano e l'apprezzavano.
Alto, imponente, egli indossava con naturale fierezza l'antico e pittoresco costume dei «saltari».
Portava, il nostro uomo, calzoni di pelle corti, al ginocchio, sostenuti da larghe bretelle colorate, calzettoni bianchi, scarpe basse, nere. Sulla giubba di ruvido panno facevano bella mostra ogni sorta di amuleti: piccole corna, denti di cinghiale, ed altri gingilli del genere. Tintinnanti medaglie e luccicanti monete erano, invece, appese a guisa di ciondoli all'alta cintura di cuoio. Completava l'acconciatura un enorme cappello carico, stracarico dei più impensati e strani ornamenti: penne di fagiano, di pavone, di gallo, fiori stagionali, a cui si aggiungevano due opulentissime code di volpe, penzolanti, l'una a sinistra, l'altra a destra delle vastissime tese.
Sotto siffatte spoglie, che gli davano tutta l'aria di un selvaggio guerriero, Peter si trovava perfettamente a suo agio. Quando egli appariva presso qualche vigneto o frutteto, impugnando la rilucente alabarda, anche i più audaci mariuoli si sentivano tremare le ginocchia e se la svignavano precipitosamente.
Quella sera il «saltaro» era di servizio nella zona su cui si estendono, in terrazze digradanti verso la valle, i vigneti di Marlengo. C'era da fare buona guardia, perché la vendemmia era prossima.
Già s'era fatto buio. Peter aveva imboccato il sentiero che porta alla riva dell'Adige ed in breve avrebbe raggiunto la sua abitazione. Camminava di buon passo e, via via che scendeva, percepiva sempre più distinta la familiare voce del fiume.
La notte era serena, ma senza luna e nel cielo splendevano già tante, tante stelle.
Peter era di buon umore, presto sarebbe giunto a casa e si sarebbe riposato dalle fatiche della giornata. D'un tratto il suo occhio fu attirato da uno strano spettacolo. Peter sostò un momento per osservare meglio. Veniva proprio dalla parte dell'Adige una luce intensamente luminosa, seguita da un lungo corteo di lumicini. Quei lumicini costeggiavano il fiume, sospesi nell'aria, in perfetto ordine sembravano diretti verso una meta precisa: fruscii misteriosi, sibili acuti solcavano l'aria.
Stette, il saltaro, in muta, curiosa contemplazione, mentre una ridda di pensieri gli metteva in subbuglio il cervello. Che poteva, infatti, significare quella processione luminosa, in quei luoghi solitari, a quell'ora?
Peter non si sentì più sicuro e, aguzzando gli occhi, cercò nei dintorni un riparo; proprio in quel momento, i misteriosi lumicini avevano infilato la salita.
Per fortuna, lì presso, in un vigneto c'era una capanna; con un balzo Peter la raggiunse, entrò, sprangò l'uscio e, accostato l'occhio ad una fessura, stette a vedere.
I lumicini salivano, salivano come portati da una forza misteriosa: un frastuono di mille voci, assordante, terribile, accompagnava la lunga teoria luminosa, che si allontanava nella notte.
Peter, per sua natura, era alieno da fantasticherie, né mai aveva avuto il tempo, né l'occasione di occuparsi di streghe o di altre diavolerie del genere, ma dopo quanto aveva visto con i propri occhi, fu quasi sul punto di convincersi dell'esistenza di quei diabolici esseri.
Istintivamente infilò la mano libera nella tasca della giubba, dove teneva, secondo la consuetudine dei «saltari», un ferro a forma di croce, su cui erano incise centinaia di crocette, la migliore difesa contro i malefizi dei nani spiritelli e streghe.
Che fossero davvero streghe quei lumicini che percorrevano l'etere, accompagnando il loro passaggio con tanto orribile strepito? Forse, proprio quella notte, le dannate megere avevano fatto una solenne cavalcata per portare, chissà dove, il loro malefico sortilegio.
Quando tornò la quiete, Peter uscì dal suo nascondiglio, né si volse a guardare dove fossero andati a finire i lumicini


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