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Sagra del Cammello
Sagra del Cammello
Tropea (VV)

3 maggio

La sagra celebra la vittoria dei tropeani sui saraceni il cui capo fu fatto sfilare su un cammello e arso al rogo


Festa di San Biagio
Festa di San Biagio
Serra San Bruno (VV)

3 Febbraio - San Biagio

Ogni anno si ripete un antico rito prenuziale. Tutte le coppie di promessi sposi del paese partecipano ad una sorta di gioco. Il futuro marito compra una focaccia in panetteria e, dopo averla fatta benedire in chiesa, la porta alla sua promessa. La reazione della ragazza è fondamentale per la sorte del futuro sposalizio; infatti questa può accettare o meno il presente, oppure rompere in due la focaccia, tenerne un pezzo per sé e donarne uno al futuro sposo. Quest'ultimo caso è il più auspicato e preannuncia un matrimonio pieno di felicità per tutta la vita.


Gruppo Folclorico "Canterini di Serrastretta"
Via G. Mazzini
Serrastretta (CZ)

Canti e danze per far rivivere storie, tradizioni, costumi di un popolo nelle luci e nei colori del folk

* gfcs@boot.it
: www.boot.it/gfcs


L'arrivo in barca del Mantello



Il busto del Santo
Festa di San Francesco di Paola
Paola (CS)

1-4 Maggio

La festa si incentra su due processioni: il 3 maggio il Mantello del Santo viene portato con una processione di barche dal Porto di Cetraro a Paola, la processione poi prosegue a terra fino alla chiesa di Montevergine, il 4 maggio processione per le vie della città del Simulacro del Santo e benedizione del mare.

San Francesco naque a Paola nel 1416. Nel 1435 il santo si ritirò in una grotta vicino al torrente Isca e qui fondò un convento e una cappella in nome della carità. San Francesco è patrono di tutta la Calabria.



Festa dei vattienti
Nocera Tirinese (CZ)

Sabato santo

L'inizio è comune a molte altre celebrazioni simili: una statua raffigurante la Madonna che tiene fra le braccia il Cristo morto esce dalla chiesa, seguita dai fedeli e dalla banda musicale. E' sorretta da uomini vestiti di bianco e con la testa cinta da una corona di spine ed è preceduta da un'alta croce che avanza con solenne lentezza. Ogni tanto si ferma davanti a edicole e davanti alle chiese, all'interno delle quali sono stati allestiti i Sepolcri. Poi, all'improvviso, la folla si apre, tutti guardano in un punto lontano da cui provengono velocissimi due uomini scalzi legati fra loro da una corda. Uno è vestito di nero, l'altro di rosso e impersona l'Ecce Homo.
Giunti davanti alla statua i due si fermano. A questo punto quello dei due che è vestito di nero mostra un pezzo di sughero (il cardo) nel quale sono confiscati tredici frammenti di vetro e inizia a percuotersi le gambe. Il sangue comincia a uscire dapprima lentamente, poi più copioso. Qua e là tra la folla altri penitenti (vattienti) lo imitarono.
Sulle ferite di tanto in tanto viene versato vino misto ed acero che serve a disinfettare, ma anche a impedire che si rimarginino. Ogni vattiente si prepara a questo impressionante rituale con cura meticolosa: la vestizione ha luogo in una stanza dove hanno accesso solo gli amici e i parenti di sesso maschile. Egli indossa una maglietta nera e i corti pantaloncini che lasciano scoperte le cosce, una volta vestito immerge le mani in un pentolone in cui è stata bollita acqua e rosmarino e con tale infuso si lava le gambe.
Poi comincia a battersi le membra con le mani, dapprima lievemente, poi con maggior forza per far affluire il sangue. A questo punto entrano in scena gli strumenti di flagellazione, la rosa e il cardo. La rosa è un panno che serve per raccogliere il sangue colato e il cardo per battersi le gambe. Completano il rito i vattienti rientrano nelle loro case, dove con impacchi di acqua e rosmarino arrestano le emorragie.






Festa della Madonna della Sacra Lettera e della Varia
Palmi (RC)

Ultima domenica di Agosto (non annuale)

Il culto alla Madonna della Lettera trae origine dalla epistola che la Vergine avrebbe consegnato agli ambasciatori messinesi recatisi a Gerusalemme per renderle omaggio e per essere confermati nella Fede, dopo la conversione della Città operata da San Paolo. Il Sacro Capello, che la Madonna avrebbe consegnato agli ambasciatori messinesi, insieme alla famosa lettera con la benedizione “Vos et ipsam civitatem benedicimus”, è celebrato dai marinai della Congregazione del Soccorso, i quali ebbero in dono la venerabile reliquia dal Senato di Messina, a ricordo dell’aiuto prestato nella congiuntura di una calamità imperversante nella città dello Stretto. Ad essi è riservato il privilegio di portare in processione la caratteristica “varetta” con la teca del Sacro Capello, ripetendo le consuetudini del Vascelluzzo della Confraternita dei Marinai di Messina.

Ma il momento più atteso della festa è la processione della Varia, imponente carro alto 16 metri e pesante 20 tonnellate formato da una base (U Cippu) sulla quale s’innalza una struttura in ferro che assume l’aspetto di una nuvola. A partire dalla base, sulla Varia prendono posto gli Apostol, un sacerdote e due chierichetti e, verso l’alto, fra le stelle, il sole, la luna, il globo terrestre, festoni multicolori, gli Angioletti; al vertice, infine, è assisa l’Animella, la fanciulla eletta a rappresentare la Madonna, sostenuta dal Padreterno.

L’imponente carro, che rappresenta l’assunzione della Vergine al Cielo, è portato in trionfo, lungo il Corso Garibaldi e poi al centro della piazza, da 200 giovani (i mbuttaturi) delle tradizionali Corporazioni cittadine, aiutati dal popolo che tira le funi che precedono il carro.


: www.lavariadipalmi.it


La statua di San Rocco



I Giganti Mata e Grifone
Festa di san Rocco
Palmi (RC)

16 agosto

San Rocco è di certo il santo più amato, invocato e coloritamente nominato dai palmesi.
In suo onore si celebra una festa che vede una straordinaria partecipazione di penitenti i quali, per sciogliere un voto, seguono scalzi la statua del santo indossando un fascio di rami dotati di pungenti spine sulle spalle e sul petto nudo, soltanto parzialmente riparato da un'immagine di san Rocco. Le donne portano invece una corona di spine poggiata su un fazzoletto arrotolato sul capo. A sera le cappe di spine sono bruciate, mentre in chiesa le donne cantano belle litanie in onore del santo. La chiesa a lui dedicata conserva i numerosi ex-voto in cera che i fedeli offrono in ringraziamento per aver ricevuto guarigioni e benefici. Un'altra straordinaria festa si svolge a Palmi l'ultima domenica di agosto con scadenza del tutto irregolare, si tratta della Varia, dedicata alla Madonna della Sacra Lettera. Essa si struttura in varie fasi: il sabato precedente la festa si porta in giro per il paese il Palio, uno stendardo di seta rosso che reca da un lato lo stemma di Palmi e dall'altro il monogramma della Madonna in un cerchio di dodici stelle. Un uomo robusto lo fa roteare orizzontalmente negli slarghi al suono di tamburi e grancasse. Altri uomini portano sulle spalle i "giganti", due statue di cartapesta raffiguranti i mitici fondatori di Messina: Mata e Grifone (lei bianca e lui nero). Essi sono fatti ballare dai portatori al ritmo incalzante dei tamburi. Domenica poi viene il momento della Varia (cioè "bara", da cui appunto esce la Vergine per volare in cielo), un gigantesco carro di forma piramidale che raffigura l'Ascensione di Maria. Sui fianchi, fra astri e nuvole vi sono, legati per la vita, bambini vestiti da angeli che sono fatti roteare da un meccanismo. In cima, su un piedistallo, vi è il Padreterno, un uomo che sembra reggere con la mano una bambina (l'Animeddha) seduta su un seggiolino che pare veleggiare nell'aria a sedici metri di altezza.
La macchina viene trascinata su slitte lungo il corso principale, tirata da centinaia di uomini e parzialmente sollevata da altri che si sistemano sotto delle lunghe travi. L'effetto è scenograficamente imponente e assai emozionante e quando infine la Varia si arresta nel centro della piazza, oscillando paurosamente, un applauso liberatorio si leva spontaneo dalla folla



Festa della Madonna di Polsi
Santuario di Polsi
San Luca (RC)

Dalla fine di agosto alla prima domenica di settembre

Intensa è la devozione che i credenti calabresi dimostrano alla Madonna di Polsi (detta anche "della Montagna"). Fino a non molti anni fa la strada che conduceva al santuario era assai impervia e poteva essere percorsa solo a piedi (o a cavallo, per i più fortunati), ma era tuttavia transitata da migliaia di pellegrini, talvolta carichi di pesanti ex-voto di cera da offrire alla Madonna. L'origine del santuario risalirebbe al lontano 1144, quando la Vergine sarebbe apparsa a un pastore mentre era intento a cercare un vitello smarrito.
Egli lo trovò inginocchiato davanti a una croce che aveva scavato con le sue stesse zampe.
Qualche tempo dopo i monaci basiliani eressero in quel luogo un santuario, ma soltanto nel 1560 deposero nella nicchia centrale una statua di Maria col Bambino. Molti fedeli trascorrono la notte all'interno della chiesa cantando litanie sacre, altri sono ospitati in un vicino convento. In baracche erette nei pressi del santuario si accendono fuochi dove si arrostiscono capretti e agnelli. Per vari giorni si svolgono funzioni religiose e alcune processioni.
Nel corso di una di queste i portatori compiono una strana giravolta, anch'essa legata a una leggenda. Si racconta appunto che ai tempi in cui viveva la Sibilla cumana questa fosse convinta, grazie alla sua bellezza e sapienza, che sarebbe toccato a lei generare il Salvatore. Quando scoprì che l'onore era toccato a Maria di Nazareth, se ne lamentò con suo fratello Marco, il quale andò alla ricerca di Gesù e, una volta trovatolo, lo colpì con la mano sulla guancia. Immediatamente Marco fu trasportato per intervento divino in una grotta dell'Aspromonte e fu costretto a battere con quella stessa mano, tramutata in mazza di ferro, il cancello della sua prigione, dove fu rinchiusa anche la sorella.
La giravolta della statua starebbe appunto a indicare il rifiuto da parte della Madonna il vedere la grotta maledetta.



Festa della Madonna dei Poveri
Seminara (RC)

15 agosto

E' una delle feste più importanti della regione e raccoglie migliaia di fedeli che in gran parte passano la notte in chiesa cantando bellissimi inni dedicati alla Madonna. In paese girano i "giganti", due enormi fantocci di cartapesta portati a spalle ciascuno da un uomo che, tra il rullare dei tamburi (i cui suonatori sono considerati da sempre i piu bravi della provincia), lo fa danzare per le vie del paese. Essi raffigurano Mata e Grifone (lei una bianca bellezza indigena e lui, il conquistatore saraceno, moro e con una folta barba nera), mitiche figure fondatrici. All'origine della festa vi è un miracoloso ritrovamento, avvenuto nelle campagne circostanti intorno all'anno Mille, della statua di una Madonna nera. Questa si rivelò inamovibile di fronte ai tentativi di spostarla compiuti dalle autorità civili e religiose, mentre divenne lieve quando provarono a sollevarla i più umili popolani i quali, da quel momento, la acclamarono e venerarono come la Madonna dei poveri. La fase culminante delle celebrazioni è il pomeriggio del 14, quando la statua è portata in processione e riceve l'omaggio di fede e di ricchi doni (anche in denaro) da parte dei pellegrini che giungono da tutti i paesi vicini.


L'Affruntata
Vibo Valentia (VV)

Domenica di Pasqua

Protagoniste di questa sorta di sacra rappresentazione sono tre delle otto grandi statue (Misteri) settecentesche scolpite da Ludovico Rubino per i riti della settimana santa.
Ogni statua è animata da quattro portatori appartenenti all'arciconfraternita del santo Rosario. Dopo due diversi cortei penitenziali che si svolgono il venerdì santo, la processione dei Misteri e la processione della Desolata, nella tarda mattinata della domenica si svolge appunto l'Affruntata, cioè l'incontro tra la Vergine e il Cristo risorto. Le loro statue e quelle dell'apostolo Giovanni escono dalle rispettive chiese e compiono percorsi differenti fra due ali di folla commossa: Giovanni è alla frenetica ricerca di Maria per darle il lieto annunzio dell'avvenuta resurrezione. Quando la scorge le corre intorno e le comunica la gioiosa notizia, ma la madre resta incredula, impietrita dal dolore e la statua dell'apostolo è costretta a fare per due volte la spola tra lei e il figliolo. Alla terza la segue, titubante, anche il simulacro del Cristo che leva in alto un vessillo bianco. A questo punto Maria sembra convincersi e avanza incerta, si avvicina con il cuore in tumulto, ma per tre volte ritorna sui suoi passi. D'improvviso avviene l'incontro e alla statua di Maria, in segno di cessazione del lutto, cade il velo nero che l'avvolge, così ella appare nello splendore della sua veste azzurra intessuta di stelle d'oro e d'argento. Nell'aria si alza improvviso un volo di colombi.



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