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D.O.P.
Fiore Sardo
Zona Tipica: Sardegna

Formaggio a pasta dura e cruda prodotto esclusivamente con latte ovino. La pasta è dura, compatta, di colore bianco o giallo paglierino. La crosta esterna è, invece, secca e di colore giallo carico o marrone scuro. Le forme sono costituite da due tronchi di cono molto schiacciati a basi orizzontali, uniti fra loro rispettivamente per la base maggiore e conferenti allo scalzo la caratteristica forma a “schiena di mulo”. Il peso di tali forme può variare da 1,5 a 4 chilogrammi. Ha un sapore più o meno piccante a seconda della stagionatura. Il Fiore Sardo deriva dai formaggi prodotti in Sardegna fin dall’età nuragica, quindi molto prima dell’importazione sull’isola del Pecorino Romano da parte dei legionari dell’esercito romano.



D.O.P.
Pecorino Sardo
Zona Tipica: Sardegna

A pasta dura, semicotta, viene prodotto con latte ovino; di forma cilindrica e a facce piane, ha uno scalzo dritto alto 10-13 centimetri (6-10 centimetri nella versione dolce) e diametro delle facce di 15-20 centimetri. Il peso delle forme varia da 1 a 4 chilogrammi. Il Pecorino sardo dolce si presenta con crosta liscia, sottile, di colore bianco o paglierino tenue; la pasta è bianca, morbida, compatta o con rada occhiatura, e ha un sapore dolce-aromatico o leggermente acidulo e percentuale minima di grasso sulla sostanza secca del 40 per cento. Il Pecorino sardo stagionato ha crosta più consistente, di colore paglierino tendente al bruno con l'aumentare della stagionatura; la pasta, dal sapore gradevolmente piccante, è bianca o paglierina, compatta o con rada occhiatura, tenera ed elastica nelle forme più giovani e poi sempre più dura, a volte con qualche granulosità.

: www.pecorinosardo.it

Ricette Tipiche: Malloreddus alla Campidanese
Magichella
Zona Tipica: Marrubiu (OR)

Si tratta delle carni del suino che vengono cotte, tagliate, condite e sapientemente amalgamate con prodotti naturali di alta qualità


Fregula
Zona Tipica: Sardegna

Si ottiene bagnando con acqua la semola contenuta in un cestino ed aiutandosi con la mano in un movimento circolare. Si ottengono così minute quantità di pasta dalla forma sferica che vengono setacciate e differenziate in piccole, medie e grandi ed infine tostate al forno dove assumono la loro tipica colorazione brunastra.


Malloreddus
Zona Tipica: Sardegna

Gli gnocchetti sardi sono un tipo di pasta di semola di grano duro la cui forma si otteneva schiacciando l'impasto prima con le dita, e poi, per imprimere quelle righe sottili che li contraddistinguono, contro l'estremità di un cestino in paglia.


Ricette Tipiche: Malloreddus alla Campidanese
Vermentino di Sardegna
Vermentino di Sardegna
Zona Tipica: Sardegna

Vino di colore giallo paglierino, di tipo secco, sia fermo, sia frizzante che dolce, sapore aromatico con retrogusto amarognolo, gradazione dai 12,5° ai 14°, invecchiamento dai 2 ai 3 anni in piedi. Da servire gelato in preferenza con pesce, crostacei e carni bianche.


Ricette Tipiche: Malloreddus alla Campidanese
Pabassinas
Zona Tipica: Sardegna

Biscotti natalizi simili ad amaretti composti da noci e mandorle tritate, uvetta, buccia d'arancia, semi di anice e sapa (mosto cotto).


Pane Carasau
Zona Tipica: Provincia di Nuoro

Nato dalla necessità di mantenere gusto e fragranza per mesi, il pane Carasau, chiamato anche "carta da musica", è formato da sfoglie circolari molto sottili, che i pastori accompagnano al formaggio di pecora o capra, si può gustare anche nella variante Guttiau, condita con olio d'oliva e sale e dorata nuovamente in forno.


Ricette Tipiche: Pane Frattau
Ricette Tipiche: Pane Guttiau
Spianata Sarda
Zona Tipica: Provincia di Sassari

Pane circolare e piatto di impasto duro, lievitato e salato, ma di consistenza morbida e flessibile, senza mollica ed è divisibile in due fogli. La sua area di diffusione è il Sassarese.



Arazzo in bisso



Pinna Nobilis, il mollusco da cui si ricava il bisso
Bisso
Zona Tipica: Isola di Sant'Antioco (CI)

Il bisso, detto anche "seta di mare", è un filamento che secernono alcuni molluschi, tra cui la Pinna Nobilis che popola i fondali dell'Isola di Sant'Antioco. La fibra, prodotta per poter aderire alle rocce circostanti, puó arrivare sino ad una lunghezza di 20 cm circa ed ha un colore bruno-verdognolo. Nell’antichitá era considerato molto prezioso e veniva usato per confezionare abiti reali.
La sua filatura e tessitura è un'arte che richiede maestria e pazienza: Chiara Vigo, unica in Europa, tinge il suo bisso con erba che raccoglie durante il periodo di luna nuova, che stende solo quando tira il libeccio e che tratta con il latte di capra. Lo fila solo con un fuso di canna e lo tesse su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all'infinito gesti di certosina precisione.



Benas
Zona Tipica: Sardegna

Nominata anche bena, hena, aena. Originariamente indicava una cannellina d'avena nella quale era stata escissa un'ancia e successivamente il complesso di diverse canne con bocchino.
In ogni parte della Sardegna veniva usato come materiale da costruzione qualsiasi tipo di canna comune, purchè matura e stagionata.
La bena semplice è costituita da una trumbitta che si incastra in un tubo risuonatore. La trumbitta è costituita da una cannellina sottile, dove viene escissa un'ancia battente rivolta all'ingiù. L'ancia viene scorticata e sgrossata sino a trovare la tonalità desiderata.
Il tubo risuonatore è un tubo di canna che presenta quattro fori: tre nella parte superiore e uno in quella inferiore. Quest'ultimo foro, che ha la funzione di registro, può essere scavato a seconda degli effetti desiderati, sia nel tubo della trumbitta che nel tubo risuonatore. Sui fori anteriori si sviluppa invece la melodia.
Molto spesso si trovano degli esemplari composti da tre tubi, l'uno incastrato nell'altro, il più grosso dei quali, ossia il terzo, presenta come quello centrale tre fori superiori che non vengomo mai chiusi ma servono per l'intonazione dello strumento in fase di costruzione.



Launeddas
Zona Tipica: Sardegna

Clarinetto policalamo tipico della Sardegna con due canne per la melodia ed una più lunga per il bordone. Le launessas sono costruite con canne palustri. Le canne vengono tagliate nel corso del plenilunio del mese di febbraio e vengono lasciate stagionare per almeno tre anni. Per suonare questo strumento si usa una tecnica particolare che si chiama fiato continuo. I segreti di costruzione sono custoditi gelosamente dai pochi costruttori ed anche i suonatori sono restii a divulgare l’arte di cui sono in possesso. Solo in età avanzata i maestri tramandano i loro segreti a qualche giovane allievo.


Pipiolu
Zona Tipica: Sardegna

Viene chiamato in maniera diversa a seconda delle zone della Sardegna: pipiolu, pipaiolu, sulittu, piffaru, pipiriolu.
E' uno strumento a fiato conosciuto in tutta l'isola. E' l'antichissimo zuffolo del pastore, che troviamo nella mitologia di tutti i popoli. Non c'è stato pastore che non ne abbia costruito qualche esemplare con le proprie mani. Quasi tutti, bambini compresi, in passato erano esperti costruttori. Compagno fedele del pastore nelle ore di solitudine e di noia, veniva anche usato per accompagnare balli, processioni e canti. Oggi è scomparso quasi del tutto ovunque. Viene ancora usato quasi esclusivamente in alcune manifestazioni folkloristiche.
Anticamente, come testimonia un esemplare di pipiolu rintracciato in scavi archeologici e custodito nel museo archeologico di Cagliari, veniva ricavato da un semplice osso lungo di animale (per esempio dallo stinco di agnello) nel quale veniva scavato un foro rettangolare qualche centimetro sotto la testa dell'osso. In tutta la Sardegna il materiale da costruzione è la canna comune matura, stagionata e a volte affumicata.

La parte superiore del tubo di canna viene tagliata con un'angolazione di 20 gradi circa e turata con un pezzo di sughero compatto. Il sughero non deve sporgere dal tubo e superiormente viene tagliato in modo da lasciare uno spazio di alcuni millimetri che consente al soffio di penetrare all'interno del tubo.
A qualche centimetro di distanza dall'imboccatura, sulla facciata anteriore, si scava un grosso foro rettangolare. Sempre nella parte anteriore si scavano tre (o quattro) fori, e un quarto foro si scava posteriormente. Il diametro dei fori e le loro distanze sono relative alla lunghezza e al diametro della canna.



Carte da Gioco Sarde
Zona Tipica: Sardegna

Mazzo composto da 40 carte in stile molto simile alla Baraja Española, lo stile nazionale spagnolo. Come quelle iberiche, le carte sarde hanno piccoli indici numerici negli angoli, compresi il 10 sul fante, l'11 sul cavallo e il 12 sul re. Inoltre l'asso di Denari mostra una grossa moneta gialla, come nell'asso spagnolo, del quale però non appaiono altri elementi decorativi.


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