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Ramai di Force
Zona Tipica: Force (AP)

La loro apprezzata mercanzia comprende attrezzi agricoli: pompe irroratrici, solfatrici, schiumarole e in particolare caldai per il vino cotto. Oppure oggetti destinati a soddisfare le esigenze del quotidiano domestico: caldai, cuccume, conche (graziose anfore aperte, usate per il trasporto dell’acqua potabile e oggi ricercate per farne preziosi portaombrelli), scaldaletti, paioli.

Molti oggetti vengono lavorati a sbalzo e sono destinati all’abbellimento degli interni. Il ciclo del rame è dunque completo, dalla materia prima, quasi sempre costituita da ritagli e rottami, alla fusione, fino all’oggetto finito che si può ammirare e acquistare in loco pronto per l’uso.

Vicino Force, a formare una sorta di piccolo comprensorio del rame battuto, si trova Comunanza; i luoghi del rame di questa cittadina sono ancora pieni di fascino: dal vecchio mulino sulle sponde dell’Aso, ai locali della vecchia fonderia sostituita da una nuova che presenta, in ordinata successione, tre magli, la carbonaia e la legnaia e rispecchia intatta, nel suo lavoro, tutta l’esperienza accumulata dalle passate generazioni. A Comunanza, oltre alla produzione e alla fusione delle “cave” (rame grezzo in forme concave) viene effettuata oggi anche la lavorazione e la vendita diretta di vari oggetti, soprattutto caldai e oggettistica ornamentale.



Lame di Scarperia
Zona Tipica: Scarperia (FI)

Sull'origine della fabbricazione dei "ferri taglienti" si hanno precise informazioni: si parla di produzione di armi per la difesa del castello e per le attività del lavoro agricolo nelle vaste campagne circostanti. La posizione di Scarperia lungo l'importante via di comunicazione verso i mercati del nord, favorì il rapido crescere di questa arte e già nel 1400 era famosa per i sui ferri taglienti e coltelli. Nel 1500 i coltelli raggiungevano non solo i mercati della pianura padana ma anche quelli dell'Europa centrale. Dopo il 1870 si espanse verso il regno delle Due Sicilie. Nel 1908 la legge voluta da Giolitti pose drastiche limitazioni alla lunghezza dei coltelli che potevano essere portati liberamente. Dovevano essere di massimo 10 cm. senza punta e, con la punta, solo di 4 cm. La severa limitazione ridusse la richiesta di coltelli da tasca. Nel corso dei secoli e in una economia che lasciava sempre minor spazio agli artigiani, riuscirono a mantenersi attive quattro botteghe e queste ancor oggi rappresentano la continuità di un'arte secolare.


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